La Nuova Sardegna

Sassari

«L’inceneritore a Tergu? Una scelta folle»

Il sindaco Gianfranco Satta critica il piano della Regione e rilancia la pratica virtuosa del riciclo

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TERGU. «Impegnare e spendere 70 milioni di euro per la realizzazione di un inceneritore dal forte impatto ambientale e dalla scarsa ricaduta occupazionale è una scelta folle e scarsamente strategica». Lo sostiene il sindaco di Tergu Gianfranco Satta criticando il piano della Regione che prevede la costruzione di un grosso inceneritore nel nord Sardegna. Satta fa il punto della situazione sul complesso e attuale tema dell’ecosostenibilità, rapportata al processo di raccolta differenziata e ai benefici che la stessa porta in generale al pianeta, nello specifico al territorio e alla società in termini di opportunità lavorative. «Tergu - spiega il sindaco - più volte premiato al top delle classifiche dei comuni ricicloni italiani, è modello di eccellenza sardo che ha scommesso sul riciclaggio e ora è pronto a rilanciare la posta. Per il bene del paese, del territorio e dell’intera isola. La Regione punta su un inceneritore ma la realtà è che, intanto, il materiale riciclato supera il Tirreno e lascia l’isola per essere lavorato. È dal 2007 che sottolineo l’importanza della raccolta differenziata, degli investimenti da operare sul territorio sardo per potenziare gli impianti. Il nostro è uno dei centri più virtuosi d’Italia, la Sardegna ha un grave problema occupazionale, i rifiuti sono una risorsa e non possono essere considerati un problema e lo stabilimento di Tergu rappresenta un’eccellenza, che può e deve essere migliorata».

Il comune anglonese già nel 2011, poi nel 2013 e in ultima istanza lo scorso 18 settembre, ha presentato alla Regione una richiesta di finanziamento per l’ampliamento e l’adeguamento dell’impianto di recupero dei rifiuti raccolti in forma differenziata. La struttura in questione, ad oggi, serve un bacino di 300.511 abitanti residenti, fra cui vanno inclusi anche quelli di Sassari, Olbia e della fascia costiera nord-orientale. Cifre che aumentano esponenzialmente nel periodo estivo con i flussi turistici. «L’esigenza primaria - afferma Satta- è adeguare il nostro impianto in modo da renderlo capace di operare anche in condizioni di emergenza e lavorare porzioni di prodotto che, invece, vengono inviate fuori dalla Sardegna. Il danno è doppio, perché esportiamo una potenziale ricchezza lavorativa che ha contribuito alla creazione di 60 posti di lavoro». Un finanziamento di circa 1,9 milioni di euro quello richiesto dal Comune di Tergu. «Finanziamento che - conclude il sindaco - rispetto ai 70 milioni di euro necessari per l’inceneritore dal forte impatto ambientale e che occuperebbe solo 15 persone, migliorerebbe la qualità di vita in ampie porzioni di territorio, rispettando l’ambiente e offrendo opportunità di lavoro a 120 persone, il doppio di quelle attuali».

Mauro Tedde

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