Il palco “sassarese” resterà per sempre a San Pietro
Apprezzamenti al lavoro della falegnameria Bussu anche dai giornalisti della Bbc. Per la prima volta cambia la fisionomia della più grande chiesa papale di Roma
SASSARI. Insieme all’altare del Bernini, da qualche giorno nella basilica di San Pietro c’è un nuovo punto di attrazione per i visitatori. Le migliaia di persone che da ogni parte del mondo arrivano in Vaticano per ammirare la straordinaria e suggestiva bellezza della chiesa, ora immortalano con i loro obiettivi anche una struttura made in Sardegna: il palco che ospita il coro di papa Francesco.
Per la prima volta, da quando la basilica è stata costruita (i lavori furono ultimati nel 1626) cambia in un certo qual modo la fisionomia della più grande delle quattro chiese papali di Roma. E cambia proprio con l’introduzione di un’opera nuova di zecca destinata a diventare un arredo fisso, studiata da una èquipe di architetti e ingegneri del suono e realizzata dalle abili mani di quindici artigiani sassaresi.
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Il palco di legno è terminato, qualche giorno fa i falegnami dell’azienda Bussu hanno rifinito gli ultimi dettagli, hanno tirato a lucido panche, spalliere e leggii e hanno guardato ancora una volta con orgoglio quella maestosa opera nata in un laboratorio di Predda Niedda e finita in una delle più importanti chiese del mondo. In uno spazio di cinquanta metri quadri, nell’immensa basilica di San Pietro, ora c’è un pezzo di Sardegna. Anzi: di Sassari, volendo rivendicare – come è giusto che sia – l’esatta paternità dell’opera.
Il 28 luglio scorso Salvatore Bussu, titolare dell’omonima falegnameria nella strada 33 di Predda Niedda, aveva firmato il contratto per la realizzazione della struttura commissionata direttamente dall’amministrazione della cappella Sistina e inaugurata il 4 ottobre, giorno di apertura del Sinodo di Roma. Un palco interamente costruito dagli artigiani sassaresi con il contributo delle eccellenze del territorio cui Bussu si è affidato: tappezzieri, fabbri, fornitori di legnami. Nei giorni scorsi tante persone si sono complimentate con l’imprenditore sassarese, figlio d’arte e con origini di Ollolai. Il Vaticano, i turisti italiani e stranieri che sempre affollano la basilica e che continuano a scattare fotografie, persino un gruppo di giornalisti della Bbc che ha girato delle riprese esclusive durante le prove del coro. Comprensibile la soddisfazione di Salvatore Bussu in primo luogo e dei maestri falegnami Andrea Sanna e Costanzo Muroni che hanno lavorato con la preziosa collaborazione di Ivan Ruiu: nell’ultimo periodo hanno ricevuto apprezzamenti per la grande professionalità e per la serietà dimostrate in queste settimane di permanenza a Roma.
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Hanno lavorato duramente e alla fine il palco è piaciuto talmente tanto che la sua collocazione all’interno della basilica sarà permanente. Il coro del papa canterà sotto lo sguardo amorevole di Sant’Elena, la statua dell’imperatrice alta quattro metri e mezzo e realizzata da Andrea Bolgi. Staranno al lato del baldacchino del Bernini di cui il palco di legno riprende lo stile con le colonnine tortili, ornate, come quelle dell’altare, da scanalature a spirali.
Un orgoglio tutto sardo.
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