Bilancio, il sindaco Serra fa parziale dietrofront
OSSI. L’allarme, lanciato dal sindaco Giovanni Serra in consiglio comunale, e riportato su queste pagine, sulla preoccupante situazione finanziaria del Comune, in paese non è passato sotto silenzio....
OSSI. L’allarme, lanciato dal sindaco Giovanni Serra in consiglio comunale, e riportato su queste pagine, sulla preoccupante situazione finanziaria del Comune, in paese non è passato sotto silenzio. L’acceso dibattito in corso da qualche tempo sul web è scivolato inaspettatamente tra le pieghe della vita quotidiana, al bar, agli angoli delle strade e dentro le mura domestiche. L’idea che il proprio Comune possa trovarsi da un momento all’altro sull’orlo del fallimento decisamente non piace agli ossesi, gente tradizionalmente molto oculata nella gestione delle proprie risorse. Ma di chi sarebbe la colpa? Dell’attuale amministrazione no, si dice, perché sta appena iniziando; forse della vecchia, in realtà, a detta di molti, piuttosto movimentata; ma forse anche dello Stato e della Regione, generosi dispensatori di “tagli” sempre più frequenti alle finanze locali. Il giorno dopo le clamorose dichiarazioni il sindaco Serra riconferma e ribadisce quanto già pubblicamente affermato. Semmai chiarisce qualche espressione impropria, scaturita da un discorso fatto a braccio sotto la spinta di una preoccupazione sempre più crescente.
«Le mie considerazioni - spiega - miravano a rendere edotti consiglieri comunali e cittadini della difficile situazione finanziaria del Comune che, dovendo chiudere alcune partite pendenti, non può programmare, nel breve periodo, obiettivi rilevanti per il futuro». Per questo, forse con un eccesso di pessimismo, precisa di aver parlato di «situazione pre-fallimentare», citando impropriamente «l’invenzione per disperazione» di entrate per circa 700 mila euro. «Intendevo - chiarisce- far riferimento, nel rispetto del principio di veridicità del bilancio di previsione, all’avvenuta “individuazione”, con difficoltà, di risorse di tale portata, certe, inerenti le entrate ici/imu da immobili di categoria D (attività produttive), sulle quali al momento vi sono alcune contestazioni, ma che l’amministrazione ritiene, sulla base della normativa vigente, senza dubbio dovute. Anche il riferimento con terminologia impropria all’aumento della addizionale Irpef comunale quale “partita di giro” per garantire gli equilibri di bilancio, aggiunge Serra, deve essere riferito all’aumento della pressione tributaria per garantire, in rapporto alle spese, l’equilibrio finanziario.
Pietro Simula