La Nuova Sardegna

Sassari

Enti locali, si prepara il referendum

di Giovanni Bua
Enti locali, si prepara il referendum

A Porto Torres riunione del coordinamento dei sindaci del nord. Il piano: rilievi di costituzionalità e raccolta firme

09 novembre 2015
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SASSARI. Tre linee di azione, da dispiegare nel momento in cui la battaglia d’aula in Regione (che si spera ancora di riuscire a innescare) sarà, come appare assai probabile, persa: mobilitazione dei territori, rilievi costituzionali, referendum abrogativo.

Scalda i motori il coordinamento dei sindaci del nord dell’Isola. Che questo pomeriggio alle 17 convoca i suoi stati generali nella sala Filippo Canu a Porto Torres, alla presenza di sindaci, consiglieri comunali (alcuni consigli sono convocati ufficialmente), consorzi di Comuni, consiglieri regionali (pochini), associazioni di categoria, sindacati, esperti. E la chiusura affidata ad Arturo Parisi.

Scalda i motori e prepara il piano di battaglia da mettere in campo nelle prossime settimane. Ad anticiparlo il sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu, coordinatore del comitato e tra i primi nell’Isola a sollevare il problema della riforma degli enti locali. Prima azione da mettere in campo è la mobilitazione del territorio: «Stiamo studiando – spiega Cuccureddu – una convocazione di massa dei consigli comunali, magari a Cagliari di fronte alla Regione, o a Sassari in piazza d’Italia. Con la votazione di un documento comune».

Ma la pressione non è solo verso Cagliari e non è solo politica. «Sicuramente – spiega Cuccureddu – abbiamo rilevato vari profili di incostituzionalità nella bozza in discussione. Cercheremo di farli rilevare in primo luogo dal Governo nazionale, come ha fatto per la Sicilia. E nel mentre siamo pronti a portarli, alla prima occasione utile, di fronte a un giudice».

Se mobilitazione locale o rilievi di incostituzionalità dovessero non bastare c’è però un terzo piano che ormai sembra aver preso forma, il referendum abrogativo.

«Quella del referendum è una prospettiva molto probabile a questo punto – chiude Cuccureddu –. Noi pensiamo che il governo impugnerà una legge che prevede città metropolitane ristrette e l'istituzione di nuove province (come quella costruita in laboratorio del Sud Sardegna) proprio mentre è già partito il processo costituzionale di abrogazione dell'ente provinciale. Ma dobbiamo da subito lavorare alla costituzione di un comitato referendario ampio e diffuso in tutta la Sardegna, che, il giorno dopo l’entrata in vigore della legge raccolga in pochi giorni le firme necessarie per abrogarla».

Ci sarà anche il sindaco di Sassari Nicola Sanna questa sera a Porto Torres. Che torna sulla riunione della direzione regionale del Pd a Oristano: «In qualità di rappresentanti del Sassarese e del Nord Sardegna – spiega – durante il dibattito abbiamo ribadito tutte le nostre ragioni. E continueremo a chiedere e a praticare il ruolo che ci compete come città-area vasta metropolitana, non da soli ma parlando, come sempre abbiamo fatto, di tutta la Sardegna. Sulle compensazioni mi chiedo come si potrà mai compensare lo svantaggio che si crea per i prossimi 7 anni tra Cagliari e Sassari applicando quanto disposto dal decreto legge del 19 giugno 2015 numero 78 che prevede l'esclusione dal patto di stabilità interno delle spese di cofinanziamento dei progetti europei assunte dai comuni sede delle città metropolitane, per le opere e gli interventi finanziati dai fondi strutturali europei, sia nella programmazione 2007-2013 sia nella prossima 2014-2020. Questo porterà dei sicuri vantaggi solo per Cagliari. Ecco allora che si stanno verificando effetti collaterali negativi e discriminanti, conseguenza di scelte poco ponderate che non guardano agli interessi dell'intera Isola».

Da qui la mobilitazione dei sindaci del Nord e delle categorie produttive per salvaguardare le comunità. «Ci sono ancora spazi ora, ma anche nei prossimi mesi, per correggere questo errore di valutazione - chiude Nicola Sanna - anche perché la legge Delrio sarà modificata per garantire un ruolo più forte agli enti di area vasta. Stiamo uniti e fiduciosi che i nostri argomenti oggi non sono stati e non sono per nulla smontabili».

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