La Nuova Sardegna

Sassari

Bruno: «Non ho offerto poltrone al Pd»

di Gian Mario Sias
Bruno: «Non ho offerto poltrone al Pd»

La crisi al Comune di Alghero, il sindaco replica: «Ho chiesto a Salis di accordarci sui programmi»

21 dicembre 2015
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ALGHERO. «La mia offerta di poltrone al Pd in cambio dell’ingresso in maggioranza? Una cosa priva di ogni fondamento, totalmente inventata». Mario Bruno sbotta. Il documento politico del Partito democratico di Alghero si è spinto troppo in là. Sì, va bene la chiarezza, le cose fatte in pubblico, senza niente da nascondere, ma senza esagerare. Senza dire, per eccesso di zelo, anche quello che non è stato detto, chiede il sindaco di Alghero.

«Apprendo con stupore che avrei offerto due assessorati e la presidenza della Fondazione Meta», attacca Bruno, con un tono tra l’ironico e l’amareggiato. «Ho avuto due brevissimi incontri con il segretario cittadino del Partito democratico, Mario Salis – dice Bruno – ma i colloqui erano semplicemente finalizzati a verificare eventuali convergenze programmatiche».

In entrambe le occasioni, il Pd ha riproposto le sue condizioni per una pace difficile anche da immaginare, a quasi due anni dalla scissione poco consensuale, alle elezioni da separati in casa e un avvio di mandato condito da continui botta e risposta al vetriolo. «Azzeramento, ammissione del fallimento, apertura a tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale per lavorare tutti insieme, responsabilmente, a un programma di emergenza per la città», è il succo di una proposta oggettivamente dura da digerire per Mario Bruno, per la sua coalizione e, soprattutto, per i suoi fedelissimi.

«In risposta alla nota richiesta del Pd di azzeramento della giunta e degli incarichi ho risposto che, una volta verificate le convergenze sul programma, avremmo completato la giunta e rivisto insieme, in maggioranza, tutti gli assetti del governo complessivo».

No alla crisi al buio, insomma, ma nessuna contrattazione basata sul premio da incassare per il passaggio in maggioranza. «Come è naturale che sia – insiste il primo cittadino – non è mia abitudine parlare di poltrone, peraltro scomode, e non avevo titolo per farlo».

A questo punto la pista di una pacificazione democratica e di un ampliamento della coalizione che governa la città si raffredda. Mario Bruno ne prende atto senza troppo dolore. «La maggioranza di governo conta oggi tredici consiglieri, ma è una maggioranza unita, che porta avanti un programma di governo condiviso», dice a chiare lettere. Certo, per carità, «non sfugge a nessuno che ricostruire un’alleanza ancora più solida con forze affini e responsabili può essere una garanzia soprattutto per la città», precisa.

«I progetti che stiamo concretizzando vanno nella direzione giusta, ma solo attraverso un dialogo sincero e trasparente, per il bene della città, può riprendere un discorso con altre forze che possano rafforzarci». In caso contrario, «se mi dovessi accorgere che quest’esperienza non è più utile per gli algheresi, non resterò in carica un minuto di più – avvisa Mario Bruno – fare il sindaco è un servizio, un onore e un onere che si assume per il bene della città e finché ci sono le condizioni, non un minuto di più».

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