La Nuova Sardegna

Sassari

Processo Al Qaeda, il pm accusa: «A Olbia la regia della strage in Pakistan»

Una fase del processo contro i presunti terroristi (foto di Mauro Chessa)
Una fase del processo contro i presunti terroristi (foto di Mauro Chessa)

Secondo la Dda i presunti terroristi a giudizio a Sassari organizzarono l'attentato in risposta alla strategia statunitense che stava colpendo i vertici delle milizie talebane

16 gennaio 2016
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SASSARI. L’allora sottosegretario di Stato Hillary Clinton, era in visita ufficiale in Pakistan quando una serie di autobombe esplosero nel principale mercato di Peshawar, uccidendo più di 100 persone. Una sanguinosa strage, organizzata nell’ottobre del 2009 dai presunti terroristi a processo a Sassari, in risposta alla strategia statunitense che stava colpendo i vertici delle milizie talebane. Di questo è convinta la Dda di Cagliari, che oggi 16 gennaio, davanti alla Corte d’Assise, ha riepilogato i principali capi d’imputazione contro gli undici presunti esponenti di spicco di una cellula di Al Qaeda con base operativa a Olbia ma estremamente influente in Pakistan mettendo l’accento sulla «fortissima connotazione politica» dell’attentato.

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Qui avevano importanti contatti con le autorità politiche e con lo stesso Osama Bin Laden, del quale conoscevano i comunicati prima che questi venissero diffusi in Internet. E sempre in Pakistan, si concentravano gli obiettivi dell’organizzazione segreta di Olbia che avrebbe colpito anche convogli della polizia, tralicci elettrici e scuole.

Stando all’accusa, rappresentata in aula dal pm Danilo Tronci, alcuni imputati avevano importanti agganci negli apparati pubblici pakistanti tanto da ritrovarsi tra le mani una nota della polizia italiana in cui si parlava dell’indagine a loro carico. Da qui la decisione dei vertici di progettare l’assassinio di un loro connazionale, interprete incaricato di tradurre le loro conversazioni. Evidenziata dal pm anche l'attività di proselitismo.

Queste dunque le principali contestazioni mosse contro Hafiz Muhammad Zulkifal, 43 anni imam e formatore coranico tra Bergamo e Brescia, Sher Ghani di 67 anni, Imitias Khan di 41 anni, Siyar Khan di 36 anni, Sultan Wali Khan di 39 anni, Naiz Mir di 42 anni, Siddique Muhammad di 37 anni, Yahya Khan Ridi di 37 anni, Zubair Shah di 39 anni, Ul Haq Zaher di 52 anni, Ali Zubair di 46 anni, tutti arrestati nell’aprile dello scorso anno.

La parola è poi passata ai legali della difesa pronti a dar battaglia per dimostrare l’estraneità dai fatti dei loro assistiti. Tra le parti anche la presidenza del consiglio dei ministri che, con l’avvocatura dello Stato, si è costituita parte civile al primo processo contro Al Qaeda in Italia.

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