La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, nuova vita per l’ex carcere di San Sebastiano

di Giovanni Bua
Sassari, nuova vita per l’ex carcere di San Sebastiano

Pronti dodici milioni di euro. Via libera al progetto di riconversione della struttura che diventerà una cittadella giudiziaria da 20mila metri quadrati

13 febbraio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’ufficialità, attesa a giorni, non è ancora arrivata. Ma ormai sembrerebbe fatta. L’agenzia del Demanio, proprietaria della struttura, avrebbe infatti messo sul piatto i finanziamenti necessari per il dare gambe al piano di riqualificazione dell’ex carcere di San Sebastiano.

Circa dodici milioni che permetteranno di trasformare la fatiscente casa di reclusione ottocentesca nel sogno di magistrati e avvocati, ma anche di tantissimi utenti: un modernissimo polo giudiziario da quasi 20mila metri quadrati che in un’unica sede ospiterà la procura, il tribunale di sorveglianza, gli uffici del tribunale civile e penale, il giudice di pace, l’ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti e soprattutto la sezione staccata della corte d’appello attualmente in via Budapest.

Ma non basta: un’ala dell’ex carcere sarà destinata a luogo di incontro, di cultura e della memoria, una sorta di museo dedicato ai 150 anni della durissima vita dei detenuti. Un percorso ricco di emozioni di cui i sassaresi hanno avuto un potente assaggio nel marzo del 2014, quando San Sebastiano aprì le porte per la prima volta per "Giornate Fai di primavera" e venne letteralmente preso d’assalto da migliaia di visitatori che uscirono dalle sue mura colpiti al cuore.

Ma oltre che la storia e la memoria, e il decoro urbano, a guadagnare dall’operazione saranno anche le casse dello Stato che risparmierà le locazioni passive degli uffici giudiziari periferici che è tenuto a rimborsare al Comune. Si tratta di quasi due milioni di euro che ogni anno vengono spesi per i canoni di affitto delle sedi sparse nella città: l’ufficio dei giudici di pace, la corte d’appello, il tribunale di sorveglianza.

Spese che potranno essere totalmente tagliate con la nuova articolazione delle strutture messa nero su bianco nel protocollo d’intesa con il ministero della Giustizia, il ministero dei Beni e delle Attività culturali del turismo, il provveditorato alle Opere pubbliche, il Comune di Sassari e il consiglio forense sassarese nel momento dell’abbandono della struttura carceraria e del trasferimento a Bancali.

Abbandono in tutti i sensi, con il già fatiscente compendio che rischiava, senza un serio progetto di riqualificazione, di cadere in pezzi, diventando da possibile volano di sviluppo del centro cittadino a cittadella del degrado.

Ipotesi tenacemente contrastata sia dall’amministrazione comunale sassarese che dal ministero della giustizia, che hanno portato avanti, con non poca fatica, il progetto di riqualificazione e riutilizzo del vecchio carcere con una serie di incontri che hanno coinvolto anche i vertici dell’Agenzia del Demanio, tutti volti al recupero delle risorse indispensabili alla realizzazione della cittadella giudiziaria.

Recupero che ora sembrerebbe essersi finalmente perfezionato. Si attende ora l’ufficialità, che potrebbe arrivare già la prossima settimana. Con il Demanio che chiarirà anche gli aspetti tecnici legati alla progettazione, che coinvolgerà sicuramente la Soprintendenza e il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per Lazio-Abruzzo e Sardegna, e all’esecuzione dei lavori che, una volta appaltati, si dovrebbero concludere in 24 mesi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Verso le elezioni

Tredici sardi in corsa per uno scranno nel Parlamento europeo: ecco tutti i nomi

di Umberto Aime
Le nostre iniziative