La Nuova Sardegna

Sassari

Maxi rapina a Caniga, si cerca la talpa: i banditi sapevano tutto

L'escavatore che ha abbattuto il muro di cinta della Mondialpol
L'escavatore che ha abbattuto il muro di cinta della Mondialpol

Il commando che ha messo a segno il colpo milionario contro la sede Mondialpol di Sassari  conosceva tutti i punti deboli del sistema di sicurezza dell'istituto di vigilanza. Critiche dei vigilantes alle forze dell'ordine

03 marzo 2016
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SASSARI. I banditi che hanno preso d'assalto la sede della Mondialpol, scappando con il bottino più alto mai rapinato in Sardegna conoscevano tutti i segreti della sede-forziere di Caniga. A cominciare dal punto debole del muro di cinta, aperto con un grosso escavatore nell'unico tratto non blindato.

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A due giorni dalla clamorosa rapina in stile hollywoodiano ai margini della zona industriale di Sassari, nella ricostruzione dell'assalto che ha permesso a un commando armato di scappare con almeno 11 milioni di euro (ma nella sala conta ce n'erano molti di più e la somma portata via sembra destinata a crescere) emergono diversi punti oscuri che puntano l'indice sia contro la società di vigilanza sia nei confronti delle forze dell'ordine.

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I punti oscuri, intanto. Il primo, appunto, è quello del muro di cinta non blindato nel punto in cui è avvenuto l'assalto con l'escavatore. Il secondo è che i banditi sapevano che le forze dell'ordine non hanno un elicottero autorizzato al volo notturno. Altro punto: i soldi, 20 milioni di euro, erano nella sala conta e non nel caveau. 

Tutto, dunque, lascia pensare che il commando dei rapinatori, oltre ad aver studiato con accuratezza l'azione, abbia potuto contare sull'aiuto di una talpa che ha segnalato le procedure e i punti deboli della Mondialpol. Che, da parte sua, si difende dicendo di avere misure di sicurezza all'avanguardia.

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«Davanti a un commando militare come quello che ha assalto la nostra sede lunedì sera - afferma Rita Achenza, responsabile della sede Mondialpol di Sassari  - non sono bastate neanche le misure di sicurezza all’avanguardia che la Mondialpol aveva predisposto, investendo grossi capitali, per impedire un assalto di quel tipo». 
 
«L’assalto – aggiunge Rita Achenza – è durato pochissimi minuti. Appena gli agenti in sala operativa hanno sentito i rumori che arrivavano dall'esterno hanno attivato le procedure d'emergenza sotto il coordinamento della centrale operativa di Como e avvisato le forze dell’ordine». 

Forze dell'ordine che finiscono nel mirino dei vigilantes: «Non sono state tempestive, l'allarme è stato dato subito ma sono trascorsi almeno 20 minuti prima del loro intervento. L'unica spiegazione è che si sia voluto evitare il conflitto a fuoco».

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