La Nuova Sardegna

Sassari

Violenza alla collega, il pg: «Il medico va condannato»

di Nadia Cossu
Violenza alla collega, il pg: «Il medico va condannato»

Processo d’appello a carico di un primario del Civile accusato di molestie sessuali In primo grado inflitti un anno e 8 mesi. A giugno parola alla difesa e poi sentenza

17 marzo 2016
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SASSARI. A distanza di quasi un anno dalla sentenza di primo grado, ieri mattina in corte d’appello si è celebrato il processo a carico di Stefano Masia, primario di Cardiologia riabilitativa del Santissima Annunziata finito a processo per violenza sessuale, stalking e molestie nei confronti di una fisioterapista che lavorava nel suo reparto.

Ad aprile del 2015 il giudice Giuseppe Grotteria – davanti al quale si è svolto il primo processo con rito abbreviato – aveva condannato il medico a un anno e otto mesi. Ieri, il procuratore generale ha chiesto una conferma della condanna di primo grado, richiesta alla quale si è associato anche l’avvocato Nicola Satta che tutela la vittima. Il processo è stato aggiornato al prossimo mese di giugno quando la parola passerà agli avvocati Gabriele Satta e Ettore Licheri che difendono l’imputato.

L’inchiesta era scattata dopo la denuncia della fisioterapista che lavorava gomito a gomito con Masia. In avvio di indagini il gip aveva anche imposto al primario il divieto di avvicinarsi alla collega. Lei, nel frattempo, aveva anche chiesto e ottenuto il trasferimento in un altro reparto. Per il magistrato, il medico avrebbe «molestato» la donna facendo anche «uso di un linguaggio scurrile e ponendo in essere attacchi alla dignità e al decoro della dipendente» (scriveva così nella richiesta di rinvio a giudizio). Probabilmente stanca di una situazione che non riusciva più a sopportare, a un certo punto la donna si era rivolta all’avvocato Satta e dopo aver chiesto aiuto alla Asl aveva deciso di andare in questura e riferire - con il supporto di alcune testimonianze che hanno confermato i suoi racconti - quello che accadeva in ospedale quando divideva il turno di lavoro con il primario: in particolare parole spinte e mani che si infilavano sotto il suo camice. Erano quindi scattate le indagini e la segnalazione alla Procura della Repubblica. Per il sostituto Giovanni Porcheddu titolare del fascicolo di indagine non c’era alcun dubbio: configurabili i reati di violenza sessuale e stalking. E infatti subito dopo ha chiesto il rinvio a giudizio di Masia. Nel frattempo era andato avanti anche il filone civile della vicenda e la Asl aveva sospeso il medico per sei mesi dall’incarico. Dopo poco tempo il giudice del lavoro aveva però accolto il ricorso presentato dall'avvocato Vittore Davini annullando la sanzione. Lo stesso giudice aveva condannato la Asl al pagamento degli stipendi arretrati corrispondenti al periodo in cui il primario di Cardiologia riabilitativa era rimasto fuori dal posto di lavoro.

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