La Nuova Sardegna

Sassari

Bancali, festa con organico ridotto all’osso

di Nadia Cossu
Bancali, festa con organico ridotto all’osso

Ieri la giornata della polizia penitenziaria. La direttrice Incollu: «Il carcere non è un luogo invisibile»

09 giugno 2016
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SASSARI. La cerimonia inizia con la proiezione di un video. Scorrono immagini e scorrono lacrime, quelle dei colleghi di Augusto Bruno, l’agente di polizia penitenziaria – responsabile del parco macchine del carcere di Bancali – morto a settembre dell’anno scorso in un incidente stradale sulla quattro corsie Sassari-Alghero. Un uomo stimato e benvoluto «con una umanità e un altruismo fuori dal comune al quale abbiamo voluto rendere un piccolo omaggio» ha detto con gli occhi lucidi Patrizia Incollu, direttrice dell’istituto penitenziario. «La sua morte – ha aggiunto la comandante del reparto Sandra Cabras – ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile».

Nel giorno dedicato alla festa della polizia penitenziaria, alla presenza di tutte le massime autorità militari e del procuratore della Repubblica Gianni Caria, c’è stato spazio per i ricordi e le emozioni ma anche per raccontare le tante difficoltà che la realtà carceraria sassarese è costretta ad affrontare quotidianamente. Per questo, prima di ogni altra cosa, la Cabras ha voluto ringraziare «tutto il personale che reggendo compiti spesso superiori alle qualifiche loro attribuite, si sobbarca responsabilità che vanno ben oltre quanto dovrebbe esser loro richiesto». E poi i numeri: «Mancano circa 40 tra sovrintendenti e ispettori e circa 90 agenti assistenti». Organico ridotto all’osso. «Per questo – ha aggiunto il comandante Cabras – non può essere sottaciuto l’encomiabile sforzo del personale». Oltretutto il 2015 è stato l’anno dell’apertura della sezione protetti-promiscua e del reparto destinato ai detenuti in regime di 41 bis «e sul finire dell’anno di una sezione di detenuti classificati AS2, appartenenti cioè alle organizzazioni legate al terrorismo internazionale». A fronte di queste novità «è rimasto invariato il numero complessivo degli agenti. Dall’apertura del reparto sino al mese scorso nel reparto 41 bis sono state celebrate 1137 udienze a distanza».

Una situazione difficile che l’istituto di Bancali affronta con grande professionalità, anche grazie alla dirigenza.

Patrizia Incollu è una donna competente che sa molto bene cosa significhi gestire una realtà carceraria: «Questo è un corpo – ha detto ricollegandosi al discorso della Cabras – che non vuole certamente rimanere ancorato all’idea del carcere ghetto, distaccato dal resto della società. Ma vuole anzi essere soggetto attivo ed essenziale dell’opera di risocializzazione del condannato, un corpo che richiede sempre maggiori spazi nell’ambito di quell’obiettivo, comune alle altre forze di polizia, che è la garanzia della sicurezza sociale». Lo dice chiaramente, la Incollu, che «oggi non ha più senso un penitenziario che faccia della sicurezza interna l’unico obiettivo da raggiungere. Il compito più arduo della polizia penitenziaria è riuscire a dosare e calibrare gli interventi in maniera da assicurare il perseguimento della sicurezza sociale». Il carcere, quindi, non più come luogo invisibile, ai confini della città «ma un luogo accessibile che chiede attenzione e visibilità perché è esso stesso parte della città».

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