La Nuova Sardegna

Sassari

Nule, nuovi percorsi alla ricerca di Stefano

di Gianni Bazzoni
Nule, nuovi percorsi alla ricerca di Stefano

Tracciata una mappa delle zone da ispezionare con l’aiuto dei cani molecolari Oggi battute in un’area impervia e piuttosto vasta. Le speranze della famiglia

15 luglio 2016
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NULE. Dopo i due percorsi, nelle vicinanze delle aziende degli indagati, oggi i cani molecolari dei carabinieri verranno spostati in zone impervie e piuttosto vaste. É qui - nella campagne di Nule - che si cerca il corpo di Stefano Masala del quale si sono perse le tracce da oltre un anno. La sua scomparsa - collegata al delitto di Gianluca Monni di Orune) - per gli inquirenti (che sarebbero in possesso di elementi importanti) vuole dire che il giovane è stato ucciso.

Si cerca e si scava. Dopo i sondaggi in una zona vicina all’azienda del padre di Paolo Pinna (il 18enne arrestato insieme al cugino Alberto Cubeddu) e il controllo accurato anche nella parte bassa, vicino a un piccolo fiume, oggi si cambia direzione. La diminuzione delle temperature ha agevolato l’attività dei cani arrivati da Bologna che - nei primi due giorni - hanno sofferto in modo particolare il caldo e le ricerche andranno avanti per tutta la settimana.

L’impressione è che gli investigatori - in campo ci sono i carabinieri del comando provinciale di Nuoro, quelli della compagnia di Bono e i Cacciatori di Sardegna - abbiano tracciato sulle carte alcune zone specifiche. Un percorso da seguire sulla base dei rilievi eseguiti durante le indagini, ed è possibile che si stia tenendo conto anche delle celle agganciate dai telefonini degli indagati in particolari giorni e a una determinata ora. Quei dati, infatti, potrebbero voler dire che in uno di quei luoghi (che non è mai definito nei particolari ma figura in un cono di qualche chilometro) possa essere stato nascosto il corpo di Stefano Masala.

Il sequestro dei cellulari dei due cugini e l’affidamento della perizia a un consulente tecnico per l’esecuzione di accertamenti irripetibili sembra indicare una direzione ben precisa assunta dal magistrato che dirige le indagini.

Si continuerà a cercare con i cani anche nei prossimi giorni. E il padre di Stefano Masala, insieme agli altri familiari del giovane scomparso, alimenta la speranza. Ha promesso alla moglie Carmela che avrebbe riportato a casa Stefano, e per questo non si vuole arrendere. Continua a chiedere a chi sa di fare sapere dove si trova suo figlio.

Chiede e fa appelli, Marco Masala. Ricorda che chi si è macchiato di un reato così grave rischia l’ergastolo e solo una collaborazione può rendere più leggera la pena.

In fondo basterebbe anche un gesto anonimo per fare ritrovare il corpo di Stefano Masala: chi sa può fare arrivare l’informazione in mille modi. Basta solo scegliere.

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