La Nuova Sardegna

Sassari

I giovani perfughesi? Parlano in sardo

I giovani perfughesi? Parlano in sardo

Curiosi risultati di un’indagine condotta dallo studioso Mauro Maxia: presentazione il 21 ottobre

15 ottobre 2016
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PERFUGAS. Saranno presentati al pubblico il 21 ottobre (ore 19, biblioteca comunale) i risultati dell’inchiesta sociolinguistica con la quale lo studioso Mauro Maxia fotografa e racconta lo stato di presenza e diffusione del sardo e del gallurese a Perfugas. L’inchiesta, che risale all’inverno del 2014, coincide anche con la prima pubblicazione a cura di Iscofor, l’Istituto di studi del sardo e del corso fondato proprio nel centro anglonese. Il rilievo del lavoro di Maxia emerge dall’analisi dei dati che ha raccolto e dal fatto che questi illustrino la specificità di Perfugas, Comune che dal punto di vista geolinguistico è uno dei più complessi dell’isola. L’auspicio di Maxia è che la circolazione del libro e dei suoi dati contribuisca a innescare nella comunità una riflessione sull’importanza del fenomeno in atto da due decenni e del quale i giovani perfughesi sono protagonisti. Il fenomeno è quello della riacquisizione del sardo da parte dei giovani perfughesi. «D’altronde - scrive Maxia - quella di Perfugas è una comunità trilingue nella quale sono parlati, con diverso peso sul piano quantitativo, il sardo, il gallurese e l’italiano. Tutti gli italofoni nati nel Comune hanno una competenza almeno passiva del sardo e del gallurese. Qualunque sia il codice materno individuale, nelle relazioni interpersonali vi è piena intercomprensione tra individui di codice diverso. Ciò comporta che in un discorso a tre, i rispettivi parlanti possano esprimersi ciascuno in un codice diverso dagli altri due, per esempio uno in italiano, uno in sardo e uno in gallurese». Se il sardo (una sottovarietà del logudorese, per la precisione) viene parlato soprattutto nel centro abitato, nelle frazioni prevale invece la corsofonia. Nel solo centro abitato, secondo le stime di Maxia, «risiedono pressappoco 1300 sardofoni, 250-300 corsofoni e 400-450 italofoni che in gran parte sono femmine sotto i 40 anni di età». L’aspetto più significativo della situazione linguistica di Perfugas sembra essere la capacità di recupero del sardo, in corso anche a Bulzi, Aidomaggiore e Chiaramonti. «Tra i maschi il numero di quelli che hanno imparato il sardo fuori della famiglia (77) è addirittura superiore a quello dei sardofoni madrelingua (67)». Quali le cause? Maxia indica la tradizione, la spinta identitaria, gli orientamenti politici, l’uso pubblico del sardo scritto, il senso di appartenenza, il contatto linguistico e la consapevolezza. Giocherebbe, infine, a favore del dinamismo dell’elemento sardofono l’identificazione di genere. Parlare sardo sarebbe visto come una sorta di indice di virilità. Numeri e tendenze di cui si parlerà nel convegno del 21 con il sindaco Dino Decandia e l’assessore comunale Tonello Sechi.

Giuseppe Pulina

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