La Nuova Sardegna

Sassari

Centro storico di Sassari, nove idee tra salvaguardia e novità

di Giovanni Bua
Centro storico di Sassari, nove idee tra salvaguardia e novità

Il piano particolareggiato contiene una scheda pilota per ognuno dei comparti. L’idea è di mettere a sistema l’esistente, liberando nuove energie e possibilità

02 febbraio 2017
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SASSARI. Centinaia di pagine di analisi e schede, sui colori delle facciate, la composizione chimica degli intonaci, le pavimentazioni e gli arredi. Di catalogazione dei particolari architettonici interni ed esterni, del prospetto, della tipologia funzionale di ogni singolo edificio. E poi l’inquadramento storico, paesaggistico, normativo, di ogni metro quadrato della città murata. È un lavoro mastodontico, frutto di quasi 10 anni di impegno di un pool multidisciplinare di professionisti, quello che l’assemblea civica cittadina ha portato a casa martedì con voto unanime. E un pozzo inesauribile di informazioni, e possibilità, per chiunque voglia scommettere sulla rinascita della città murata, la casa dei sassaresi passata dai 40mila residenti degli anni ’50 e ’60 ai 7mila odierni, di cui 2mila (numeri sottostimati) extracomunitari.

Il piano. Città murata che il piano particolareggiato del centro storico ha suddiviso in nove comparti, dentro cui ha individuato ben 3.600 edifici, per i quali sono previsti singoli studi di dettaglio che confluiscono in una mappa “delle possibilità”, dove per ogni singola particella si può scoprire se può esser fatta manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo, restauro, ristrutturazione conservativa, demolizione e ricostruzione, sopraelevazione, ampliamento, nuova costruzione, demolizione. C’è poi la possibilità di creare edifici di residenzialità pubblica. Il privato, cioè, potrebbe cedere una parte dell'edificio a questo scopo, ottenendo in cambio una premialità nei volumi

Demolizioni. Il tutto corredato dalla possibilità, seguendo un preciso iter, di trasformare i piani terra in garage. Da quella di costruire in alcuni vani scala non di pregio gli ascensori. E dal numero di possibili demolizioni schizzato da 90 a 246, con l’idea di non ricostruire dove possibile, aprendo polmoni d’aria e di spazio nel soffocante reticolo del centro storico.

Una grande occasione per il privato che sarà supportata per ciascun comparto da un progetto pilota che prevede il coinvolgimento del privato e del pubblico, da soli o assieme, per la realizzazione di servizi per la collettività.

I comparti. Il piano ad esempio ripropone il parcheggio interrato in piazza Mazzotti nella quale si ipotizza la creazione di un grande spazio verde, una sorta di giardino archeologico, destinato alla fruizione delle testimonianze dell’insediamento antico nell’area ritrovate negli scavi recenti che segnalano la rilevanza storica dell’ambito e individuano nel caso specifico i confini del giardino del complesso conventuale delle monache Cappuccine.

Sulla valle del Rosello si prevede un grande parco urbano, la ristrutturazione conservativa delle case che si affacciano sul Rosello quindi la ristrutturazione significativa di altre e, la realizzazione di strutture a servizio degli orti urbani.

A Sant’Apollinare invece il piano prevede sia interventi di recupero puntuale con la localizzazione di servizi sociali, come – nel caso specifico – una scuola materna con ludoteca nel largo Sebastiano Branca (o comunque un’attrezzatura di interesse pubblico per lo svago e lo sport), e una struttura con funzione di attrezzatura collettiva sul Corso Vico, sia interventi di recupero diffuso degli edifici residenziali.

Una piccola biblioteca, o altra attrezzatura di quartiere, che funziona anche come spazio di comunicazione sociale, e la ricetta proposta per Quadrato Frasso, con la struttura che sarà ospitata in via Largo del Vaglio. Questo intervento ha come obiettivo la creazione di un nucleo di urbanità in un tessuto molto degradato sotto il profilo fisico e con problemi di integrazione nella vita urbana.

Molto articolato l’intervento previsto nel comparto del Duomo. Centrale il sistema culturale monumentale che ha come centro di riferimento il Duomo e la sua Piazza, ma che si articola in modo complesso coinvolgendo i diversi monumenti e contenitori culturali, come i complessi di Piazza Santa Caterina, l’ex Convitto Canopoleno, la Chiesa di Santa Caterina, Palazzo Ducale, l’ex Archivio notarile. Per i quali oltre agli interventi di restauro conservativo si prevedono interventi finalizzati alla realizzazione di un sistema monumentale – culturale. Si prevede inoltre la conservazione di aree verdi strutturate nella piazza del Duomo e nel giardino di Vicolo del Campanile, nella piazza del Comune col giardino antistante, nel giardino annesso all’ex Archivio Notarile, ora adibito ad Archivio Storico del Comune.

Interessante il progetto per piazza Università, dove, oltre un grande parcheggio sotterraneo anche su più livelli con accesso/uscita dalla via Porta Nuova, che consentirebbe di liberare l’ampio spiazzo antistante l’Università, si pensa anche alla riqualificazione del complesso dell’ex Estanco anche attraverso la demolizione e ricostruzione dei fabbricati moderni con una nuova area di sedime che “liberi” la Torre Tonda. Interventi anche all’Arcivescovado, con la riqualificazione del giardino retrostante il Marianum, che viene reso accessibile sia attraverso l’edificio del Marianum da ristrutturare, sia dal vicolo retrostante.

Poi il comparto piazza Azuni -Mercato. Con un progetto che riguarda la connessione “spaziale” del complesso del Teatro Verdi con il giardino storico del palazzo di San Sebastiano, per formare un complesso sistema di funzioni urbane altamente qualificate. Nella Frumentaria saranno messi a sistema poi il Palazzo di Città, la Frumentaria, le Antiche Mura, la Chiesa di San Donato, la Chiesa di San Sisto, la Chiesa di Sant’Andrea. Con spazio al verde nel tratto di via San Cristoforo.

Ruota tutto intorno alla scuola invece la scommessa su San Donato. Sia con al sistemazione degli spazi esterni e degli spazi urbani contigui, sia attraverso il potenziamento dei servizi urbani collegati alla scuola, come la palestra che viene realizzata in ipogeo con un intervento particolarmente complesso che ne amplifica le funzioni estendendole ai settori della riabilitazione.

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