La Nuova Sardegna

Sassari

«Fiume Santo, ritardi intollerabili»

di Giovanni Bua
«Fiume Santo, ritardi intollerabili»

Il senatore Silvio Lai scrive al ministro Galletti per i lavori di demolizione dei gruppi 1 e 2 mai partiti

02 marzo 2017
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SASSARI. «I lavori di demolizione e bonifica dei gruppi 1 e 2 nella centrale di Fiume Santo se non sono fermi procedono con grande ed incomprensibile lentezza, a meno di un anno dalla scadenza delle autorizzazioni. Questo non può che creare dubbi e preoccupazioni sia dal punto di vista dello stato di inquinamento del sito che per quanto riguarda i problemi legati alla sicurezza. Chiediamo che Eph chiarisca quali siano i motivi dei ritardi. Non basta più affermare che i lavori termineranno nel febbraio del 2018 ma si deve procedere definendo con chiarezza tempi e modi di realizzazione del decommissioning».

Parole del senatore del Pd Silvio Lai che silla situazione di Fiume Santo ha scritto al ministro Galletti chiedendo maggiore vigilanza. «È trascorso quasi un anno e mezzo dall’interrogazione che insieme ad altri colleghi senatori avevamo presentato per chiedere i motivi del blocco dei cantieri delle bonifiche dei gruppi 1 e 2 ad olio combustibile. In quell’occasione - sottolinea Silvio Lai - avevamo ricordato come la demolizione e lo smaltimento con bonifica e ripristino dell’area sarebbe dovuto avvenire entro il dicembre del 2014. C’è stato poi il sequestro del cantiere da parte della magistratura ma successivamente anche questo ostacolo all’avvio dei lavori era venuto meno». «Oggi, nonostante le affermazioni rassicuranti sul rispetto del cronoprogramma definito da EPH i cantieri risultano praticamente fermi, questo almeno è quanto emerso dall’esito dell’audizione del dirigente del settore ambiente della Provincia nella competente commissione consiliare del Comune di Sassari, che con la presidente Fadda ha dato vita ad una opportuna indagine conoscitiva sulla situazione. In questi anni - scrive ancora l’esponente Dem - ci sono stati molti cambi di programma e impegni sottoscritti e poi disattesi da parte di chi gestiva la centrale di Fiume Santo. Non ultimo sulla realizzazione del quinto gruppo, anche se il cerino acceso é stato lasciato da EOn e non intendiamo attribuirlo all’azienda della Repubblica Ceca. E non possiamo non registrare come per l’intervento di demolizione e bonifica le aziende del territorio, che pure avevano vinto un regolare appalto di EOn, si trovino nuovamente nella condizione di essere coinvolte solo in regime di subappalto».

«Eph, che da Fiume Santo ottiene notevoli vantaggi sul piano economico e finanziario, dia un segnale di rispetto nei confronti del territorio – attacca il senatore – faccia chiarezza sui modi e sui tempi degli interventi di demolizione, bonifica e ripristino dell’area dei gruppi 1 e 2 e sul reale e paritario coinvolgimento di imprese del territorio, nel rispetto degli accordi siglati a suo tempo. La scelta fatta da Eph di utilizzare una propria azienda si può capire anche se non apprezzare, ma se questa non é più competitiva a scapito delle aziende locali, in termini di scarsa qualità e di ritardi, allora diventa incomprensibile e il bilancio delle relazioni diventa negativo. Se per tanto tempo si deve stare insieme il rispetto reciproco è essenziale».

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