«Museo, poche risorse e facciamo miracoli»
La direttrice regionale Giovanna Damiani respinge le critiche dei sindacati sulle chiusure imposte
SASSARI. «Il nostro obiettivo è valorizzare al massimo i siti museali della Sardegna. Purtroppo dobbiamo fare i conti con risorse pianta organica limitate, ma grazie alla disponibilità di tutto il personale stiamo riuscendo a fare grandi cose». La direttrice del Polo museale della Sardegna, Giovanna Damiani, non accetta l’etichetta di dirigente tiranno e sorda alle richieste dei lavoratori, appiccicatale dai sindacati. Ammette che per riuscire a tenere aperti tutti i musei è necessario restringere gli orari in alcuni siti, e si augura che il ministero possa destinare più risorse e più personale alla Sardegna per gestire al meglio un Polo museale immenso.
Tre giorni fa nel corso di un’assemblea dei lavoratori convocata al Museo Sanna di Sassari, i sindacati e i dipendenti hanno lanciato l’allarme serrata per il sito nazionale sassarese: con il personale ridotto ai minimi termini, per la struttura di via Roma si annuncia un’estate senza domeniche e festivi. Su 26 dipendenti, 3 sono stati spostati alla Pinacoteca nazionale di piazza Santa Caterina, per garantire l’apertura anche di quel sito. Un trasferimento che mette in difficoltà l’organizzazione dei turni di lavoro al Sanna: secondo i sindacati Cgil fp, Cisl fp e Confals Unsa, riuscire a tenere aperto il museo anche la domenica sarà impossibile. «Lo spostamento dei tre dipendenti alla Pinacoteca era necessario per rendere fruibile all’utenza anche quella struttura, che ha una valenza e un valore eccezionale, e i trasferimenti sono avvenuti su base volontaria», spiega la direttrice regionale. «Il personale ridotto è un problema. Pensate che in tutta la Sardegna l’unico archeologo del Polo museale con un contratto a tempo indeterminato è andato in pensione a marzo. Fino a settembre abbiamo l’assunzione a tempo determinato per tre archeologhe, ma quando scadranno i contratti i problemi aumenteranno», continua Damiani.
I sindacati lamentano anche i mancati pagamenti delle turnazioni del 2016 e 2017: «Tutti i soldi che avevamo a disposizione per i pagamenti delle turnazioni sono stati trasmessi al segretariato regionale. Se ci sono ritardi nei pagamenti noi non abbiamo alcuna responsabilità. È vero che manca all’appello la copertura per una parte delle indennità, ma è un problema di risorse ministeriali, che riguarda tutto il Paese, che anche in questo caso il Polo museale della Sardegna non ha il potere di risolvere». (v.g.)