La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme in porto, raffica di furti sulle imbarcazioni da pesca

di Gavino Masia
Allarme in porto, raffica di furti sulle imbarcazioni da pesca

Nel mirino dei ladri le piccole barche ma anche i pescherecci ormeggiati nella banchina Dogana-Segni Chiesta l’installazione delle telecamere e il potenziamento dell’illuminazione pubblica in più punti

17 maggio 2017
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PORTO TORRES. Nelle ore notturne la parte del porto commerciale che ospita barche di piccola pesca e pescherecci sta diventando terra di nessuno a causa dei continui furti di attrezzi all’interno delle imbarcazioni. Ogni mattina, infatti, diverse proprietari delle barche si trovano davanti l’amara sorpresa: serbatoi pieni di benzina che spariscono, assieme a pezzi di motore, lenze e altre attrezzature di pesca. I malviventi qualche volta hanno anche scassato alcune barche – non considerando che stanno andando a rubare ai poveri che cercano di sbarcare il lunario con qualche pescata – però nessuno ha visto o sentito niente nonostante siamo in una zona portuale a due passi dall’Autogrill Cormorano e nemmeno troppo lontano dalla Capitaneria di porto.

«Qualche giorno fa mi hanno rubato batterie e canne da pesca – dice un pescatore – e questo perché mancano i controlli da sempre e non vi è alcuna vigilanza da parte degli enti preposti: dispiace veramente che questa parte di porto sia ormai diventata, nelle ore notturne, terreno preferito dai ladri». Oltre alla piccola pesca, comunque, anche i proprietari di pescherecci dello strascico ormeggiati nella banchina Dogana Segni hanno lamentato negli scorsi mesi razzie di viveri, bombole di gas, derrate alimentari acquistate per l’uscita a mare e attrezzatura da pesca. «Quando cala il buio sul porto civico non si vede nessuno in giro – aggiunge un altro pescatore –, compresa la sorveglianza che dovrebbe invece esserci, e di questo ne approfittano i ladri per andare a saccheggiare le barche incustodite». Questa situazione va avanti da tempo, insomma, e non si riesce ancora a capire perché continuino a mancare gli impianti di videosorveglianza promessi. «Io sono disoccupato – lamenta un diportista -pescatore – e cerco di guadagnare qualcosa andando a pescare polpi sottocosta e non lontano dal porto: l’altro mattina presto sono salito sulla barca per uscire a mare e non ho trovato alcuni attrezzi che avevo acquistato con sacrifici». Neanche un mese fa è sparita una cesta di reti dal pescaturismo “Cristina” e il proprietario ha denunciato il furto prima alla Capitaneria e poi ai carabinieri. In quell’occasione uno dei decani turritani delle pesca, Antonio Salis, accusava la Port Authority di non aver mai riattivato quelle telecamere di fronte alla banchina, che sicuramente potevano scoraggiare i male intenzionati che salivano impunemente su una “proprietà privata galleggiante”. In attesa che anche quella parte del porto commerciale così vicino alla cinta urbana venga dotato di una efficiente illuminazione pubblica - visto che è completamente al buio - è opportuna l’installazione di nuove telecamere nei punti strategici dello scalo (così come promesso dalla compagnia navale Grimaldi Lines) oppure ripristinare quelle esistenti per evitare l’escalation di furti che sta penalizzando i pescatori.

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