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Sassari

La balena di Platamona finirà su un piedistallo

Salvatore Santoni
La balena di Platamona finirà su un piedistallo

Accordo tra Veterinaria e il Comune di Sorso per il recupero dello scheletro. Cantiere all’aperto e spunta la Cites: serve una autorizzazione internazionale

10 gennaio 2018
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SASSARI. Serve qualche mese di lavoro ma alla fine Moby Dick finirà su un piedistallo. È la conclusione a cui sono arrivati il Comune di Sorso e il dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari, riuniti ieri in un vertice nel polo di via Vienna. L’accordo prevede che la regina del mare resti sotto i riflettori fino alla fine: lo scheletro sarà recuperato in un cantiere aperto ai curiosi che – meteo permettendo – sarà inaugurato sulla spiaggia di Platamona già nel week end. Una volta lucidate, le ossa del mammifero riposeranno in un luogo ancora sconosciuto: per trasportarle bisogna aspettare il certificato della Cites, la convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione.

L’accordo c’è. Il vertice di ieri ha suggellato l’avvio di una collaborazione tra l’amministrazione comunale di Sorso e l’ateneo sassarese. Il via libera del dipartimento di Medicina veterinaria è arrivato come una manna dopo cinquanta giorni di pantano burocratico, e qualche polemica per non essere stati invitati prima. L’idea di fondo dell’incontro è stata di una collaborazione tra istituzioni, ognuno con le proprie competenze, per il bene del territorio. «L’incontro si è concluso positivamente – ha commentato il direttore del dipartimento di Medicina veterinaria, Eraldo Sanna Passino – in accordo col sindaco abbiamo valutato che ci sono le condizioni per lavorare insieme alla valorizzazione dello scheletro della balena».

Addio al Cert. Il Cetaceans strending emergency response team, la task force nazionale per gli spiaggiamenti straordinari, è forse l’ente, tra i diciassette invitati dal Comune alla prima conferenza di servizi, con l’acronimo più impronunciabile. E il primo effetto dell’accordo tra l’amministrazione e l’università di Sassari è proprio l’addio al Cert. Del mammifero di Platamona si occuperanno infatti gli esperti nostrani.

Moby in bellavista. Un altro dettaglio importante che si è deciso ieri è il destino dello scheletro di Moby Dick: verrà esposto al pubblico. Resta da capire il punto preciso. Nei giorni scorsi si è parlato della Marina di Sorso, dello stagno di Platamona e altre zone in città. «Prima valuteremo le condizioni dello scheletro e poi sceglieremo la strada migliore», sottolinea il direttore Sanna Passino. «Per decidere dove esporlo, se all’interno o all’esterno, è necessario ottenere le autorizzazioni», aggiunge il sindaco Giuseppe Morghen.

La Cites. Dopo essere passato da una conferenza di servizi di diciassette enti, e averne schivata un’altra da ventuno, ora il caso sembra essere arrivato a una svolta. L’ultimo o il nuovo scoglio da superare – dipende dai punti di vista – è un’autorizzazione, la cosiddetta Cites. Si tratta della convenzione di Washington, attiva dal 1975, un patto internazionale che mira a garantire lo sfruttamento equilibrato delle risorse naturali nel rispetto della conservazione ambientale. In pratica è un certificato per movimentare specie a rischio estinzione. Acquisita l’autorizzazione, si conoscerà il luogo in cui verranno esposte le ossa della balenottera di Platamona.

Cantiere in loco. Ma prima di pensare a mettere in posa lo scheletro, è necessario valutarne le condizioni e, soprattutto, approntare i protocolli operativi per maneggiarlo. Secondo gli esperti dell’università spostare la carcassa sarebbe un rischio: potrebbe anche spezzarsi. Ecco perché la soluzione migliore pare quella di sezionare la carcassa in loco. «Il cantiere all’aperto è un’esperienza innovativa – spiega il direttore Sanna Passino – un momento di crescita per tutti».

Chi paga? La valorizzazione delle spoglie del cetaceo avrà un costo che va ancora quantificato. La cosa certa è che paga la Regione. O meglio, paga il Comune attingendo ai fondi stanziati dalla giunta regionale. Si tratta dei 35mila euro accordati a Sorso per lo smaltimento. «Certo – conferma il sindaco Morghen – utilizzeremo quelle risorse».

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