autismo
Il Comune rifinanzia il progetto “Melampo al Nido”
SASSARI. C’è un’Italia che funziona, quella della solidarietà e dell’inclusione, della mano tesa verso i più deboli, quelli che non hanno avuto le stesse opportunità. E’ l’Italia delle buone pratiche...
28 marzo 2018
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SASSARI. C’è un’Italia che funziona, quella della solidarietà e dell’inclusione, della mano tesa verso i più deboli, quelli che non hanno avuto le stesse opportunità. E’ l’Italia delle buone pratiche da imitare, proprio come il progetto “Melampo al nido” che Palazzo ducale ha deciso di rifinanziare malgrado le oggettive difficoltà di bilancio. Frutto concreto della proficua collaborazione tra Comune e Azienda sanitaria locale, è rivolto ai piccoli disabili, fino ai tre anni, che grazie a questo programma possono contare su un’assistenza qualificata, cosiddetta “uno a uno”, cioè un operatore dedicato per ogni bimbo disabile. I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati alla stampa ieri mattina, nella sala conferenze di Palazzo ducale, dalle assessore Alba Canu (Politiche educative) e Monica Spanedda (Politiche sociali), affiancate da Gianfranco Aresu, responsabile dell’Unità operativa di neuropsichiatria infantile e dalla dirigente del Comune Simonetta Cicu. C’è da dire subito che il quadro normativo di riferimento, su questo tema, è quantomeno carente nel senso che le leggi di settore non prescrivono alcuna obbligatorietà nell’attivazione di sistemi educativi che vadano incontro ai piccoli e alle loro famiglie. Tutto è affidato alla sensibilità e al conseguente spirito di iniziativa del singolo Comune che, in autonomia, può decidere di adeguare l’intervento educativo dei piccolissimi adottando, secondo i casi, strategie mirate alla situazione. Palazzo ducale lo ha fatto nel 2008 attivando il progetto dedicato a Melampo, mitico guaritore dell’età classica, ideato con l’intento di supportare bimbi e famiglie nel momento cruciale dell’inserimento al nido. Una fase delicata che, a prescindere dalla presenza o meno di disabilità, può rivelarsi anche molto complessa. «Melampo al nido – ha spiegato Gianfranco Aresu – è un’esperienza molto importante che contribuisce alla crescita e alla diffusione della cultura dell’integrazione tra servizi, tenendo conto del fatto che l’intervento, per essere efficace, deve essere anche tempestivo in risposta a situazioni che a volte si manifestano già nel primo anno di vita, un’attività che rappresenta un modello da imitare, un supporto indispensabile per i bambini e le loro famiglie». Non è un caso che il Comune abbia deciso di potenziarlo confermando l’impegno malgrado le difficoltà obiettive di una stagione difficile sul versante dei finanziamenti pubblici. Ma i numeri, del resto, parlano chiaro: dal 2005 “Melampo” ha accolto 166 famiglie e bambini di cui 89 con rapporto individualizzato, cioè adatto a ogni singolo bimbo. Quattro bambini hanno usufruito per quattro anni dei servizi da 0 a tre anni e 19 per tre anni. Cinquantasei (di cui 4 ancora frequentanti) per due anni e 87 (di cui 20 ancora frequentanti) per un solo anno. «Le patologie di questi bambini – è stato spiegato ieri – sono prevalentemente di tipo autistico e cominciano a manifestarsi nei primi anni di vita, più raramente nei primi mesi, i dati dimostrano quanto sia importante l’immediata presa in carico e il conseguente inserimento in un percorso che integri educazione e assistenza sanitaria».
Dati e risultati di questi ultimi anni di esperienza saranno illustrati in dettaglio durante un convegno che Comune e Unità operativa di neuropsichiatria infantile intendono organizzare a breve.
Antonio Meloni
Dati e risultati di questi ultimi anni di esperienza saranno illustrati in dettaglio durante un convegno che Comune e Unità operativa di neuropsichiatria infantile intendono organizzare a breve.
Antonio Meloni