La Nuova Sardegna

Sassari

«Obbligare l’Eni a una riconversione vera del territorio»

di Gianni Bazzoni
«Obbligare l’Eni a una riconversione vera del territorio»

Muretti sollecita una presa di posizione chiara della Regione «Il presidente Pigliaru apra un tavolo con il Nord Sardegna»

13 luglio 2018
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SASSARI. «Se non viene inserita in un contesto più generale, la costruzione dei nuovi impianti fotovoltaici nell’area industriale di Porto Torres sarà un’altra desolante distesa di pannelli che per pochi mesi, durante la costruzione, impiegherà al massimo 150 lavoratori e che poi - come correttamente riportato dalla Nuova Sardegna che ha presentato in anteprima l’iniziativa - si ridurranno a poche unità durante la fase di esercizio e manutenzione dell’impianto, individuati tra gli stessi che oggi operano all’interno dello stabilimento».

Massimiliano Muretti, segretario della Camera del lavoro della Cgil di Sassari con delega all’Industria, prende posizione sul progetto del fotovoltaico e torna a parlare anche delle bonifiche, sempre più attese in un territorio che ha l’ambizione di rilanciare lo sviluppo.

«Il silenzio di tutti, di governo e di opposizione, di Regione e dei Comuni del territorio – dice Muretti – rispetto al progetto di riconversione è ormai imbarazzante. Se si valuta l’impianto per quello che, è facile rispondere che la nuova installazione offre opportunità solo per chi la realizza e ne trae vantaggio dalla vendita incentivata dell’energia elettrica. Se le nuove autorizzazioni non si inseriscono in un ambito più ampio, chi trae valore è solo l’Eni, che utilizzerà parte dei suoi terreni - piuttosto che per permettere la riconversione del sito nella direzione tracciata nel 2011 - solo per sviluppare una operazione finanziaria che sfrutta una legislazione favorevole e non restituisce niente al territorio che la ospita».

E il segretario della Cgil, che segue direttamente le questioni industriali del nord Sardegna, torna al Protocollo d’intesa siglato nel 2011.

«La realizzazione di un impianto fotovoltaico non fa parte degli accordi sottoscritti sette anni fa, l’ipotesi è riportata nella bozza del “nuovo accordo”, quello che il Governatore Francesco Pigliaru diceva di essere in grado di sottoscrivere nel luglio del 2017 e del quale invece si è persa ogni traccia. Una intesa mai siglata e che più volte abbiamo chiesto di discutere con il presidente, un accordo che quindi assume un valore determinante anche per valutare appieno la scelta sul fotovoltaico».

Il tema centrale resta quello del confronto tra Regione e territorio, la condivisione delle scelte con le organizzazioni sindacali, una situazione che è stata sempre abbastanza problematica negli ultimi anni.

«Come si può ritenere corretto fare scelte così determinanti per il territorio – sottolinea Massimiliano Muretti – senza che questo ne sia coinvolto? Questa giunta regionale, ancora una volta, esclude reali forme strutturate ed esigibili di confronto con le forze economiche e sociali, esclude i corpi intermedi organizzati della società, esclude le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali, ritenendo di poter colmare questa pesante lacuna con le sole conferenze pubbliche o con le piattaforme digitali di consultazione in cui ciascuno si esprime a prescindere».

L’invito, quindi, è quello di tornare al confronto costruttivo. «Perché senza avere certezze in ordine al futuro industriale dell’area di Porto Torres si concede all’Eni di lanciare il polo fotovoltaico in cambio non si sa di cosa? Come si può ritenere corretto fare scelte così determinanti per il territorio senza che questo ne sia coinvolto? Abbiamo assoluta necessità di un confronto vero con la giunta e il presidente Pigliaru – conclude Muretti – , non capiamo quali siano le ragioni che lo impediscono, il Governatore non ha mai chiarito neanche questo aspetto, perché non convoca e si confronta: cosa glielo impedisce?».

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