La Nuova Sardegna

Sassari

La nuova annata dell’olio tra luci e ombre a Ittiri

di Vincenzo Masia
La nuova annata dell’olio tra luci e ombre a Ittiri

La produzione è prevista in leggero calo ma non in tutte le coltivazioni  Le alte temperature hanno limitato l’azione dannosa della mosca olearia

25 ottobre 2018
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ITTIRI. Con l’imminente apertura dei frantoi sta per partire, nel territorio di Ittiri, l’annata olivicola 2018/19 che, sul piano quantitativo, presenta un leggero calo, rispetto alla passata stagione, a causa delle continue precipitazioni durante il periodo dell’allegagione: fase di passaggio da fiore a frutto.

Tuttavia, fanno notare molti produttori, il leggero calo di produzione non riguarda tutte le superfici olivetate, ma si presenta a macchia di leopardo con zone ad alta resa alternate con altre a scarsa rendita.

Fortunatamente, fa osservare il frantoiano Baingio Delogu, le alte temperature, hanno limitato di molto l’azione della mosca olearia, dando tempo ai produttori di effettuare i necessari trattamenti per prevenire le dannose punture che, oltre a ridurre la produzione, sono responsabili della qualità dell’olio.

Un buon olio extravergine di oliva, infatti, deve provenire da olive in fase di invaiatura, quando la colorazione della drupa dal verde inizia a passare al viletto, in modo da mantenere tutte le sostanze nutrizionali, compresi i polifenoli che stanno alla base di una sana nutrizione e che sviluppano antiossidanti molto importanti per una equilibrata alimentazione.

L’olio che, dalla notte dei tempi, ha rappresentato uno degli anelli più importanti della catena alimentare, nel nord ovest della Sardegna e nelle colline di Ittiri ha trovato il terreno ideale per una produzione di eccellenza, per altitudine, esposizione e natura calcarea del terreno, continua per molti imprenditori, a rappresentare una importante fonte di reddito.

Ad Ittiri sono attivi tre frantoi che dispongono di moderni impianti nei quali l’olio viene estratto a basse, temperature (a “freddo”) per evitare, che i componenti “nobili” vadano a finire nell’acqua di vegetazione e quindi abbassare il livello di eccellenza del prodotto.

In questi giorni, in attesa che maturino le olive e quindi aprano i frantoi, negli oliveti fervono i lavori di preparazione del terreno dove sistemare le reti di raccolta. Oltre a rappresentare un sano alimento e una fonte di reddito per numerose famiglie, la stagione delle olive significa anche lavoro, seppure stagionale, per alcuni addetti.

Oggi, che la raccolta avviene con l’uso di strumenti tecnologici ad alta produttività, ma a basso impiego di materiale umano, si è drasticamente, se non azzerato, il lavoro delle “raccoglitrici”, inducendo nel contesto economico una negativa ricaduta in termini salariali.

Grazie, comunque, all’Associazione degli olivicoltori Ittiresi “S’Ischimadorza” e ai tecnici dell’Agenzia Laore, le tecniche di prevenzione e produzione sono notevolmente migliorate e lo si evince dai lusinghieri risultati conseguiti dai produttori ittiresi, sia a livello locale che nazionale.

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