Madeira, possibilità anche per le imprese sarde
Una delegazione portoghese ha presentato in Confindustria i vantaggi per chi si insedia nell’isola
27 ottobre 2018
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SASSARI. Non è nella “black list” dei paradisi fiscali ma l’isola portoghese di Madeira è un… paradiso burocratico. Soprattutto se il confronto è fatto con l’Italia. Certo, il peso del fisco è decisamente inferiore rispetto ai parametri italiani, e questo è possibile grazie alla “specialità” della regione di Madeira.
Isola quasi sperduta nell’oceano Atlantico, è famosa oltre che per il vino, per essere il luogo di nascita di Cristiano Ronaldo e perché è una delle mete preferite dei pensionati italiani che grazie alla fiscalità agevolata riescono a vivere più che dignitosamente con l’assegno dell’Inps.
Ma Madeira è anche una fucina di iniziative imprenditoriali, facilitate da una tassazione amica e da una burocrazia leggera. Per gli italiani è impensabile aprire una qualsiasi attività in un’ora e per via telematica. Nei casi più complicati, poi, ci vogliono “ben” dieci giorni. Ma l’isola di Madeira non è un’isola chiusa, anzi. È aperta a tutte iniziative imprenditoriali, soprattutto se creano nuovi posti di lavoro, se portano lustro al nome dell’isola, se vogliono internazionalizzarsi e se puntano sulla ricerca scientifica e tecnologica.
Un paradiso no, ma quasi. Che è stato presentato nella sede dell’Associazione degli industriali di Sassari da una delegazione di manager portoghesi (Roy Garibaldi e Joao Fernandes), manager di due società (Ibc e Sdm) che si occupano dell’assistenza alle imprese già in attività ma che puntano a espandersi all’estero o di quelle che vogliono mettere radici a Madeira.
Lungo l’elenco delle agevolazioni: dai finanziamenti a fondo perduto o a tasso zero, all’infrastrutturazione tecnologica, dalla ricerca al prelievo fiscale che può scendere al 5 per cento del reddito delle nuove società, percentuale che addirittura può essere dimezzata o persino azzerata in casi particolari. Il tutto nel rispetto della normativa comunitaria.
Condizioni impensabili in Italia, come hanno sottolineato anche Andrea Zanetti, commercialista veronese, e Roberto Di Nunzio, corrispondente per l’Italia dell’Ibc (International business center) di Madeira, una delle società che assistono le vecchie e le nuove imprese. Caratteristiche che hanno già attirato molti imprenditori italiani, ben l’11 per cento delle aziende “straniere” concentrate soprattutto nei servizi e nella nautica da diporto. E almeno un paio di imprenditori sardi sembrano interessati a sbarcare sull’isola portoghese. Ma senza abbandonare la Sardegna.
Isola quasi sperduta nell’oceano Atlantico, è famosa oltre che per il vino, per essere il luogo di nascita di Cristiano Ronaldo e perché è una delle mete preferite dei pensionati italiani che grazie alla fiscalità agevolata riescono a vivere più che dignitosamente con l’assegno dell’Inps.
Ma Madeira è anche una fucina di iniziative imprenditoriali, facilitate da una tassazione amica e da una burocrazia leggera. Per gli italiani è impensabile aprire una qualsiasi attività in un’ora e per via telematica. Nei casi più complicati, poi, ci vogliono “ben” dieci giorni. Ma l’isola di Madeira non è un’isola chiusa, anzi. È aperta a tutte iniziative imprenditoriali, soprattutto se creano nuovi posti di lavoro, se portano lustro al nome dell’isola, se vogliono internazionalizzarsi e se puntano sulla ricerca scientifica e tecnologica.
Un paradiso no, ma quasi. Che è stato presentato nella sede dell’Associazione degli industriali di Sassari da una delegazione di manager portoghesi (Roy Garibaldi e Joao Fernandes), manager di due società (Ibc e Sdm) che si occupano dell’assistenza alle imprese già in attività ma che puntano a espandersi all’estero o di quelle che vogliono mettere radici a Madeira.
Lungo l’elenco delle agevolazioni: dai finanziamenti a fondo perduto o a tasso zero, all’infrastrutturazione tecnologica, dalla ricerca al prelievo fiscale che può scendere al 5 per cento del reddito delle nuove società, percentuale che addirittura può essere dimezzata o persino azzerata in casi particolari. Il tutto nel rispetto della normativa comunitaria.
Condizioni impensabili in Italia, come hanno sottolineato anche Andrea Zanetti, commercialista veronese, e Roberto Di Nunzio, corrispondente per l’Italia dell’Ibc (International business center) di Madeira, una delle società che assistono le vecchie e le nuove imprese. Caratteristiche che hanno già attirato molti imprenditori italiani, ben l’11 per cento delle aziende “straniere” concentrate soprattutto nei servizi e nella nautica da diporto. E almeno un paio di imprenditori sardi sembrano interessati a sbarcare sull’isola portoghese. Ma senza abbandonare la Sardegna.