Terrorismo, in aula i dialoghi tra gli imputati
di Nadia Cossu
Processo “Arcadia”, l’ex capo della Digos ripercorre l’attentato alla Naval Security Service di Palau
30 ottobre 2018
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SASSARI. È stato ancora una volta l’ex dirigente della Digos di Nuoro Stefano Fonsi l’unico testimone dell’udienza che si sta celebrando davanti alla corte d’assise presieduta da Massimo Zaniboni (a latere Giancosimo Mura e i giudici popolari) nell’ambito del processo “Arcadia”. Il funzionario – oggi in servizio a Bologna – all’epoca dei fatti aveva coordinato tutta l’attività investigativa relativa a una serie di attentati terroristici compiuti in Sardegna tra il 2002 e il 2004, fino all’operazione che a luglio del 2006 portò a un’ondata di arresti.
Oggi davanti ai giudici di Sassari ci sono diciotto imputati chiamati a rispondere di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico. Ieri mattina Fonsi ha risposto alle domande del sostituto procuratore della Dda di Cagliari Paolo de Angelis che insieme al dirigente ha ripercorso alcune intercettazioni relative a conversazioni telefoniche e ambientali. Tra queste un dialogo tra Massimiliano Nappi e Roberto Loi: «Fra quattro giorni inizia l’esercitazione Nato» dice quest’ultimo a Nappi che risponde: «Abbiamo tutto sotto controllo». In aula il funzionario spiega che i due fanno riferimento alle imminenti esercitazioni di Capo Teulada. E, aggiunge sollecitato dalle domande di De Angelis, «il 7 ottobre successivo a quella conversazione ci fu un attentato all’ufficio Naval Security Service di Palau». Intimidazione che venne poi rivendicata dalle sigle Npc (Nuclei proletari per il comunismo) e da Resistenza rivoluzionaria sarda. «L’annullo postale portava il timbro di Nuoro, era l’11 ottobre».
Sul banco degli imputati Bruno Bellomonte, Marco Alessandrini, Stefania Bonu, Salvatore Sechi, Salvatore Nurra, Massimiliano Nappi, Marco Delussu, Alessandro Sconamila, Emanuela Sanna, Roberto Loi, Pierfranco Devias, Marco Peltz, Francesco Marmotta, Franca Dessena, Marcello Delussu, Giorgio Devias, Mauro Mereu e Angelo Raffaele Marras.
Secondo la Dda l’associazione era finalizzata a realizzare «attentati contro obiettivi istituzionali, sindacali, economici e personalità rappresentative di varie istituzioni». E poi ci sarebbero state anche «lettere minatorie, accompagnate talvolta da proiettili, nei confronti di personaggi delle istituzioni (magistratura compresa); nonché ad attività di propaganda sovversiva e attività finalizzate alla commissione di attentati».
Oggi davanti ai giudici di Sassari ci sono diciotto imputati chiamati a rispondere di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico. Ieri mattina Fonsi ha risposto alle domande del sostituto procuratore della Dda di Cagliari Paolo de Angelis che insieme al dirigente ha ripercorso alcune intercettazioni relative a conversazioni telefoniche e ambientali. Tra queste un dialogo tra Massimiliano Nappi e Roberto Loi: «Fra quattro giorni inizia l’esercitazione Nato» dice quest’ultimo a Nappi che risponde: «Abbiamo tutto sotto controllo». In aula il funzionario spiega che i due fanno riferimento alle imminenti esercitazioni di Capo Teulada. E, aggiunge sollecitato dalle domande di De Angelis, «il 7 ottobre successivo a quella conversazione ci fu un attentato all’ufficio Naval Security Service di Palau». Intimidazione che venne poi rivendicata dalle sigle Npc (Nuclei proletari per il comunismo) e da Resistenza rivoluzionaria sarda. «L’annullo postale portava il timbro di Nuoro, era l’11 ottobre».
Sul banco degli imputati Bruno Bellomonte, Marco Alessandrini, Stefania Bonu, Salvatore Sechi, Salvatore Nurra, Massimiliano Nappi, Marco Delussu, Alessandro Sconamila, Emanuela Sanna, Roberto Loi, Pierfranco Devias, Marco Peltz, Francesco Marmotta, Franca Dessena, Marcello Delussu, Giorgio Devias, Mauro Mereu e Angelo Raffaele Marras.
Secondo la Dda l’associazione era finalizzata a realizzare «attentati contro obiettivi istituzionali, sindacali, economici e personalità rappresentative di varie istituzioni». E poi ci sarebbero state anche «lettere minatorie, accompagnate talvolta da proiettili, nei confronti di personaggi delle istituzioni (magistratura compresa); nonché ad attività di propaganda sovversiva e attività finalizzate alla commissione di attentati».