La Nuova Sardegna

Sassari

un’attesa lunga 30 anni 

Mater: dal sogno naufragato di Don Verzè ai dollari della Qatar foundation

Don Verzè
Don Verzè

La storia dell'ospedale che apre i battenti dopo un'attesa durata 30 anni

05 dicembre 2018
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OLBIA. Un’attesa lunga trent’anni. Era il 1988 quando don Verzè, sbarcò a Olbia per la prima volta. Arrivò in municipio con i progetti arrotolati sotto il braccio per proporre il suo “San Raffaele sardo”. Incontrò il sindaco di allora, Gian Piero Scanu, e ottenne subito approvazione e sostegno. Tanto che nemmeno un anno dopo venne firmata la prima convenzione tra Comune e Fondazione Monte Tabor.

E proprio Scanu, nel tempo, si ritrovò addosso soprattutto molte cliniche private, «quei poteri forti che hanno contribuito a rallentare l’iter», disse allora. E così tra fasi positive, intoppi e continui rinvii, il San Raffaele rimase in stand-by per quasi vent’anni. Sino all’intervento della svolta, almeno così si pensava: quello di Renato Soru e dell’assessore alla Sanità Nerina Dirindin. Era il 2006. E visto che il prete manager non abbandonò mai l’idea di far nascere a Olbia l’ospedale d’eccellenza, l’ex governatore della Sardegna decise di “benedire” il San Raffaele, un gigante da 245mila quadrati su 7 livelli e oltre 70mila metri quadri destinati a servizi, verde e parcheggi.

Vnne annunciato l’avvio del cantiere a sud della città di Olbia e don Verzè parlo di aprire anche un centro per fare ricerca sulle malattie degenerative particolarmente diffuse nell’isola accogliendo però pure la proposta del governatore della Sardegna: occuparsi pure di biotecnologia e biomedicina.

I lavori partirono e andarono avanti senza pause. Poi l’ennesimo stop. Quando tra il 2011 e il 2012 fallì l’impero di don Verzè.

Sembrava a quel punto che il San Raffaele dovesse diventare una grande incompiuta e invece, nel 2014, apparve il Qatar. Nel giugno di quell’anno, dopo il via libera del consiglio comunale, lo stato islamico del Qatar presentò il piano industriale per il San Raffaele. E venne comunicato il nome del primo partner scientifico: il Bambin Gesù. Quindi la firma tra Regione e Qatar Foundation, per arrivare al cambio del nome (a ottobre): da San Raffaele a Mater Olbia.

Da quel momento gli annunci di un’imminente apertura del grande ospedale sono stati tanti. Nel maggio 2015 (davanti al premier Matteo Renzi) c’è una prima inaugurazione davanti all’ingresso dell’ospedale. Ma ci si ferma qui. Perché non ci sono ambulatori o reparti pronti a entrare in funzione.

Poi si dà un’altra data: 1° dicembre 2015. E non accade nulla neppure stavolta.

Si arriva così all’aprile del 2016, quando c’è una nuova “apertura” dell’ospedale con la giunta guidata da Francesco Pigliaru. Scende di nuovo il silenzio. Nel 2017 entra in scena il nuovo partner scientifico: la fondazione Gemelli. E si parla di aprire il Mater Olbia nel giugno 2018. Passano sei mesi ancora. Ma adesso, trent’anni dopo, c’è la data di avvio dell’attività ambulatoriale: 12 dicembre 2018. (s.p.)

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