La Nuova Sardegna

Sassari

Wheeler: «Biomasse ok, contrari a bruciare rifiuti»

di Gavino Masia
Wheeler: «Biomasse ok, contrari a bruciare rifiuti»

Il sindaco ha accolto con favore la proposta di Eph per la centrale di Fiume Santo Il via libera nei giorni scorsi dall’imprenditore Kretinsky per uscire dal carbone

29 novembre 2019
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PORTO TORRES. Il proprietario della società Eph che gestisce la centrale termoelettrica di Fiume Santo, Daniel Kretinsky, ha dichiarato nei giorni scorsi che per velocizzare il processo di decarbonizzazione dell’isola si potrebbe convertire la centrale del nord Sardegna a biomasse. L’imprenditore e avvocato ceco ha anche aggiunto che nel Regno Unito la trasformazione dal carbone a biomasse è già diventata una realtà economica e occupazionale consolidata.

La conversione della centrale di Fiume Santo è un argomento che il sindaco Sean Wheeler aveva già affrontato diversi mesi fa, durante un convegno organizzato da Confindustria a Sassari. «Come primo punto accogliamo con favore le intenzioni di rinnovamento di Eph – dice il sindaco -, che vogliamo leggere in un’ottica di salvaguardia sia degli attuali livelli di produzione energetica sia dell’occupazione». A Wheeler fa inoltre piacere che l’azienda guardi ad ogni modo anche al phase-out dal carbone: «Mi auguro anche che gli altri grandi player nazionali accolgano nell’immediato futuro le indicazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa».

La proposta progettuale della riconversione della centrale da carbone a biomasse, invece, è vista dal sindaco come uno strumento utile nella transizione verso le rinnovabili. «A patto che non siano l'anticamera di altro, vedi l’incenerimento di rifiuti che ovviamente osteggiamo. La centrale di Fiume Santo è fondamentale per l’equilibrio energetico del nord Sardegna e il passaggio dal carbone alla biomassa potrebbe avere anche risvolti sul piano ambientale, in quanto permetterebbe un maggiore equilibrio di emissione di anidride carbonica». Proprio durante l’incontro avvenuto a Villa Mimosa a Sassari, e in altri incontri informali, l’amministrazione comunale aveva anche chiesto di contemplare l’ipotesi di utilizzare biomasse provenienti dalla Sardegna. «Sappiamo che la nostra isola non è capace di poter approvvigionare per intero una centrale così grande e saranno necessari rifornimenti da altre zone dell’Europa e del mondo. Ma anche soltanto qualche punto percentuale di materia – conclude Sean Wheeler - potrebbe essere l’occasione per la creazione di nuova occupazione e di maggior sostenibilità della stessa fornitura, essendo a chilometro zero». Qualche anno fa era stata la società Enipower ha proporre la costruzione di una centrale a biomassa all’interno dell’area industriale dell’ex petrolchimico. Nel luglio 2012 presentò l’istanza di avvio della procedura di Via della centrale (costo complessivo pari a circa 170 milioni 450mila euro, finanziato con capitali privati) e rientrava nell’ambito del Protocollo d'intesa per la chimica verde siglato il 26 maggio 2011.

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