La Nuova Sardegna

Sassari

Un alberello di magnolia per non dimenticare Stefi

di Barbara Mastino
Un alberello di magnolia per non dimenticare Stefi

Arriva anche a Ozieri l’iniziativa legata alla giovane portata via da un raro tumore Amici e familiari, con l’aiuto di Comune e Forestas: così facciamo rinascere la vita

13 dicembre 2019
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OZIERI. Piantare un albero è far sì che la natura rinnovi il suo ciclo, e che per sempre perpetri la vita. E’ il messaggio dell’iniziativa “L’albero di Stefi” portata avanti dagli amici e i familiari di Stefania Sanna, giovane ozierese mancata il 15 dicembre di otto anni fa per un raro tumore cerebrale. Chi le ha voluto, e le vuole, bene, ha voluto fare di lei un messaggero di vita e di speranza, avviando quasi in ogni parte del mondo l’iniziativa che consiste nel piantare un albero a suo nome e decorarlo, a imperitura memoria, con una pietra dipinta a mano dalla sua mamma. Di recente, dopo tante peregrinazioni, l’iniziativa è sbarcata anche a Ozieri, dove grazie alla collaborazione del Comune, a cominciare dal consigliere delegato al verde pubblico Pierangelo Fae, e di Forestas è stato piantato un alberello di magnolia nel boschetto di Punta Idda e dove, per il futuro, sono allo studio altre iniziative per celebrare la vita attraverso la piantumazione di alberi. L’albero di Stefi fa ora bella mostra di sé anche a Ozieri proseguendo un percorso iniziato già pochi mesi prima della sua scomparsa, nella primavera del 2012, a Olbia, città dove Stefania aveva conseguito il diploma di liceo scientifico, quando il primo alberello, un ulivo, fu piantato nel parco Fausto Noce. Da lì altri alberi sono “spuntati” qua e là: da Sa Fraigada, dove Stefania amava passeggiare soprattutto d’inverno, a Sassari, dove ha conseguito il diploma nell’Accademia di Belle Arti; da Barcellona, dove ha conseguito un master in scenografia teatrale, a Lisbona, città che ha amato profondamente; Ma non finisce qui: i suoi tanti amici, che vivono e lavorano in giro per l’Italia e per il mondo, hanno piantato l’albero di Stefi a Varese, Milano, Siena, Perugia, e persino a Londra, nel Lussemburgo, in Africa, in Australia, in un abbraccio ideale che gira intorno al mondo e che continuerà a girare.

«Persino dove ora riposa - racconta la mamma - ci sono fiori che portano tutti i colori del mondo, e tre ciliegi nani. Stefania, nel corso dei suoi studi, aveva preparato una scenografia de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov, ed è proprio così che si chiama il luogo dove riposa». Una bellissima storia d’amore e di memoria, che onora Stefania e il suo dono di portare felicità, la sua allegria e il suo carattere sognatore, la sua capacità di vedere il meglio nelle persone, il suo amore per la vita e per la natura, in particolare per gli alberi che per rappresentavano un simbolo della crescita. «Aveva capito bene, lei, che siamo parte di un tutto - dicono gli amici e familiari - e anche per questo ci piace pensare che gli alberi la rappresentino e che i rami, le foglie e la natura tutta la contengano. Che il vento faccia danzare le foglie portando la sua voce, e che la meraviglia del Creato arrivi come musica soave alla sua anima bella».

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