La Nuova Sardegna

Sassari

Botti, a Sassari marcia indietro sul divieto tutto l’anno

Giovanni Bua
Botti, a Sassari marcia indietro sul divieto tutto l’anno

L’associazione dei produttori di spettacoli pirotecnici minaccia azioni legali Il sindaco “rettifica” l’ordinanza e la limita alle notti delle giornate di festa

28 dicembre 2019
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I “botti”, banditi per tutto l’anno dal territorio comunale sassarese da un’ordinanza firmata dal sindaco Gian Vittorio Campus lo scorso 12 dicembre, non sono più vietati. Se non nell’arco dei 300 metri dai luoghi sensibili, oltre le 20 e, per la serata di Capodanno, fino alle 2 di notte. Con un uso regolamentato comunque non oltre il 6 gennaio. Come ogni anno insomma, e come in quasi tutti i Comuni d’Italia.

La marcia indietro dell’amministrazione, che aveva tentato invece una “messa al bando” definitiva, è contenuta in una delibera varata in fretta e furia la notte del 23 dicembre. E di fatto non comunicata, visti gli uffici chiusi, a nessuno, nonostante riguardasse anche le giornate del 24 e del 25. Il motivo? Una letteraccia arrivata a Palazzo Ducale il 23 mattina, firmata dal presidente pro tempore dell’associazione nazionale delle imprese spettacoli pirotecnici, associazione rappresentativa degli interessi di categoria e «in particolare degli operatori economici locali», con la quale, dopo aver elencato una lunga serie di precedenti e direttive Ue che di fatto rendono illegale l’ordinanza di divieto, formula «istanza di riesame in merito al provvedimento di cui all'oggetto».

Istanza immediatamente accolta, anche perché il quadro normativo risulta talmente chiaro da rendere incomprensibile l’avventurosa ordinanza del 13 dicembre. E l’Anisp ha vinto vari ricorsi al Tar (i più noti sono quelli contro il Comune di Roma, con la sindaca Raggi sconfitta sia nel 2016 che nel 2017, ma ci sono decine di casi in tutta Italia) che ha finito per annullare le ordinanze in materia. Di fatto le amministrazioni comunali non possono, nemmeno appellandosi al “benessere animale” vietare la vendita di prodotti con il marchio Ce, che «si rifanno al rispetto della sicurezza dell'utilizzatore finale o del consumatore, a quello delle emissioni acustiche, alla tutela dell'ambiente e dell'Ordine e della sicurezza pubblica». Va da sé che i botti illegali non possono essere né commercializzati né sparati. E che quelli “professionali” sono destinati esclusivamente a operatori muniti della licenza o del nulla osta. Ma per i semplici “petardi” l’unica cosa che il Comune può disciplinare sono gli orari in una precisa finestra di tempo, e le distanze di sicurezza dai luoghi sensibili. E se il Comune con la frettolosa marcia indietro ha evitato sicuri problemi legali con i produttori e rivenditori, non si è risparmiato l’ira di quelli che più di tutti avevano applaudito il bando ai botti: gli amanti degli animali, che hanno sfogato la loro rabbia sui social contro l’amministrazione per il «passo indietro», che era però inevitabile. L’invito per tutti è comunque a un utilizzo responsabile dei petardi, che causano un enorme stress negli animali d’affezione, arrivando in alcuni casi ad essere letali.

La strage

Famiglia sarda sterminata in Germania, sgomento nell'isola: «Le loro radici sono qui, tornavano spesso»

di Giancarlo Bulla
Le nostre iniziative