La Nuova Sardegna

Sassari

«Mia madre scampata agli orrori della Shoah»

di Erika Pirina
«Mia madre scampata agli orrori della Shoah»

Carta, direttore del Matilde Salvador, presenta l’appuntamento in Cattedrale «Si è salvata scappando, anche per lei parliamo dell’olocausto delle donne» 

26 gennaio 2020
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ALGHERO. Una sensibilità che viene da lontano, una speciale attenzione verso le umane vicende, verso i deboli e che lega l’arte a doppio filo con la vita di comunità. Paolo Carta, direttore del coro Matilde Salvador, spiega l’appuntamento del Giorno della Memoria istituito venti anni fa al fine di ricordare lo sterminio del popolo ebraico.

Anche la Sardegna ha avuto i suoi numeri, le indicazioni su quanti ebrei andavano deportati per colpire fino alla quinta generazione. Nel totale dei 14 milioni di ebrei censiti circa 38 mila stavano nell’isola. Proprio qui, dove la madre del maestro Carta si rifugiò per scappare dalle deportazioni. «Mia madre è morta giovane, quando ancora in pochi avevano iniziato a raccontare gli orrori della deportazione e le orecchie disposte ad ascoltare erano ancora meno – racconta – è sopravvissuta perché è stata nascosta ed è scappata in tempo da Bologna».

Per questo motivo e per la spiccata sensibilità di tutti i membri del coro, il 27 gennaio è stata celebrata come momento commemorativo e di ricerca fin dal 2005. Anche quest’anno l’appuntamento si terrà nella Cattedrale di Santa Maria di Alghero alle 20.30 dando voce all’aspetto femminile della tragedia. Bambine, mogli, madri che all'interno dei campi di sterminio hanno scritto versi o pagine di memorie dedicandole all’infanzia. Ninne nanne che dovevano alleviare il dolore, accompagnare i più piccoli durante la giornata. «I testi che utilizzeremo sono tratti dal libro di Ilse Weber una ebrea-tedesca deportata che si occupava di accompagnare i bambini – spiega il maestro Carta - una sorta di maestra dell’infanzia ma soprattutto una eroina tedesca che aveva nascosto il papiro con queste canzoni e poesie all’interno di un muro».

La resistenza tedesca è una parte della storia nascosta, taciuta ma che servirebbe per ricordare quanti hanno lottato contro questi orrori. «Abbiamo tradotto i testi dal tedesco all’italiano per avvicinare gli ascoltatori, renderli partecipi dell’orrore e del calore che quelle ninna nanne cercavano di trasmettere». Le ninna nanne e le canzoni saranno armonizzate con musiche klezmer e con canti yiddish. Ad accompagnare il CoroPaola Orani e Mario Chessa ai violini, Marco Demurtas e Diego Salis ai clarinetti, Nicolas Capettini al contrabbasso e Francesco Saba al pianoforte, con il baritono Antonello Arca. Emma Gobbato leggerà i passi tratti dalle memorie.

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