La Nuova Sardegna

Sassari

Appalto mensa, giunta a processo

di Nadia Cossu

Alà dei Sardi, sindaco e assessori accusati di aver avvantaggiato una coop con la proroga del servizio

06 febbraio 2020
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ALÀ DEI SARDI. L’intera giunta comunale a giudizio per abuso d’ufficio per aver, secondo la Procura della Repubblica, «intenzionalmente procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla cooperativa sociale Senalonga Arl».

Sul banco degli imputati ci sono il sindaco Francesco Ledda, il vice Gian Piero Brundu, e gli assessori Ilaria Mureddu, Giorgio Scanu e Antonio Bo, difesi dall’avvocato Ivano Iai.

Al centro del processo che si sta celebrando a Sassari davanti al collegio presieduto da Salvatore Marinaro (a latere Giuseppe Grotteria e Valentina Nuvoli) c’è l’appalto per la mensa della scuola d’infanzia comunale nell’anno scolastico 2016/2017. Secondo l’accusa la giunta di Alà dei Sardi avrebbe violato l’articolo 51 del decreto legislativo 50/2016 «che vieta alle stazioni appaltanti di suddividere in lotti gli appalti».

In barba al codice degli appalti gli imputati, secondo la Procura, avrebbero favorito la coop Senalonga «rilevato che il servizio mensa per la scuola primaria ha natura di servizio ordinario con carattere stabile e annuale, come dimostrato dalle deliberazioni relative all’anno 2015, adottate dalla precedente giunta, comprovanti la natura non eccezionale del servizio che, pertanto, avrebbe potuto essere affidato in ossequio al codice degli appalti, trattandosi di servizio ben prevedibile dall’atto di insediamento della giunta Ledda».

Per l’accusa (ieri rappresentata in aula dal pubblico ministero Enrica Angioni) la giunta comunale «al fine di rientrare nei limiti dell’importo di 40mila euro e aggirare quindi la norma del codice dei contratti pubblici, divideva l’appalto in quattro lotti, ciascuno dei quali inferiore ai 40mila euro di costo, ricorrendo alla proroga tecnica, rimedio eccezionale, in favore della cooperativa sociale Senalonga Arl».

Accuse respinte con forza dagli interessati che si sono sempre proclamati innocenti e impegnati esclusivamente a garantire un servizio con un unico obiettivo: assicurare che i bambini avessero un pasto. Se non ci fosse stata la proroga gli alunni avrebbero perso la scuola.

Ieri, nella prima udienza, è stato sentito un luogotenente che svolse le indagini sotto il coordinamento della Procura. Il processo è stato aggiornato a maggio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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