La Nuova Sardegna

Sassari

«In pericolo tutta la stagione»

di Roberto Sanna

Stefano Visconti (Federalberghi): giusto fermarsi ma per ripartire serve l’aiuto di Governo e Regione

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SASSARI. L’estate sembra lontana in questi giorni di clausura forzata ed emergenza sanitaria ma in realtà è dietro l’angolo. Soprattutto se la stagione estiva o primaverile in questione non è propriamente quella climatica ma si parla di economia: e la paura che l’estate del comparto vacanze finisca ancora prima di cominciare sta cominciando a serpeggiare tra gli addetti ai lavori, che contano con l’ansia addosso i giorni che li separano dall’apertura delle proprie attività e dai mesi nei quali queste dovrebbero andare a pieno regime.

«Le prime email che esprimevano qualche dubbio da parte dei clienti le abbiamo viste arrivare in febbraio – dice Stefano Visconti, presidente della Federalberghi del nord Sardegna –, poi col passare del tempo si sono trasformate in vere e proprie cancellazioni. Siamo impotenti in questa situazione dalla fine del mese di febbraio, possiamo solo aspettare che questa situazione finisca. Il problema è che siamo già a metà del mese di marzo». E marzo, si sa, è il mese dei primi risvegli, nel senso che anche gli hotel, soprattutto quelli affacciati sulle zone costiere, cominciano ad aprire il portone principale ai primi clienti: «In marzo dieci-quindici alberghi nel nord dell’isola erano pronti a riaprire su un totale di poco più di un centinaio – aggiunge Visconti – ma non se ne è fatto nulla. Il nostro orizzonte si è così sposato su aprile, che comincia a essere un mese già più sostanzioso: quest’anno c’è Pasqua e comunque di solito quasi tutti sono pronti al lavoro. E per come si stanno mettendo le cose, direi che c’è da essere preoccupati. Anche noi aspettiamo i primi di aprile per capire cosa succederà, se la morsa verrà allentata. Dobbiamo già pensare a che cosa succederà in maggio e sarà sicuramente un momento di svolta per tutta la stagione perché l’effetto rischia di essere trascinante, se dovesse andar male maggio tutta l’estate sarebbe veramente in pericolo».

Stefano Visconti preferisce però non essere catastrofico: «Quello che voglio dire è che se c’è un’emergenza sanitaria, è giusto e doveroso fermarsi, su certi argomenti non bisogna girare attorno alle soluzioni. Per quanto riguarda la nostra categoria, il discorso è un po’ più complesso e va letto sulla base di tre considerazioni strettamente legate tra loro. La prima è quella che ho appena detto: c’è un’emergenza sanitaria, il paese deve prendere tutte le misure necessarie tra le quali c’è anche lo stop alle attività economiche. La seconda è che per ripartire servirà necessariamente il sostegno del governo nazionale prima di tutto e della Regione poi. La terza è una conseguenza delle prime due: la stagione turistica ci sarà se si realizzano le prime due. Ripeto, e non voglio essere certo catastrofico, anzi, sono speranzoso: giusto fermare tutto, ma dovranno esserci degli aiuti per ripartire. E a quel punto potremo parlare di stagione turistica».

Tenendo conto quello degli alberghi è uno snodo importante: «Come si suol dire, un tetto sopra la testa è la prima cosa. Poi si pensa ad andare in spiaggia, nei ristoranti, nei bar, nei locali. Ma se la gente non ha un posto dove dormire, cambia destinazione».

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