La Nuova Sardegna

Sassari

Ozieri, il virus riporta a casa oltre 100 ragazzi

Ozieri, il virus riporta a casa oltre 100 ragazzi

È uno degli effetti collaterali dell’epidemia. Sogni e aspirazioni sono rimasti oltre confine

04 aprile 2020
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OZIERI. Sono oltre cento i ragazzi, tra i venti e i trent’anni, di Ozieri che in questi giorni stanno rientrando a casa tra mille peripezie da ogni parte del mondo. Dall’Irlanda e Gran Bretagna all’Australia, dalla Spagna alla Germania, dalla Svizzera agli Stati Uniti, persino dal Sudafrica, studenti ma soprattutto ragazzi rimasti senza lavoro (molti erano impiegati nel settore ristorazione), e alcuni anche senza casa, stanno facendo ritorno a Ozieri già dall’8 marzo. Per alcuni l’iter è stato lungo, soprattutto dopo l’inizio dell’emergenza vera e propria che ha provocato la chiusura di porti e aeroporti e permesso l’ingresso nell’Isola solo con l’autorizzazione della Regione. Ma compilare il modulo e ricevere detta autorizzazione non è stato l’unico ostacolo, perché per tanti, soprattutto per coloro che giungevano dai luoghi più remoti (Australia, Stati Uniti, Sudafrica), il viaggio è stato lungo e tormentato. «Ci tengo a complimentarmi con questi ragazzi – ha detto il sindaco Marco Murgia – che si sono sottoposti tutti all’isolamento fiduciario: i controlli effettuati a campione hanno confermato che sono molto diligenti. Per alcuni il rientro è stato una peripezia e alcune matasse si sono sbrogliate grazie al nostro concittadino Emanuele Beccu, capo di gabinetto dell’assessore alla Difesa dell'ambiente alla direzione generale della Protezione civile». Restano ancora però dei punti critici, soprattutto per quanto riguarda gli studenti fuori sede nella Penisola, che invece non sono stati autorizzati a rientrare. «In alcuni casi – dice il sindaco – i loro genitori sono in questo momento senza lavoro e accederanno al bonus spesa. Figurasi quindi se hanno la possibilità di sostenere le spese per vitto e alloggio nelle città universitarie dove questi ragazzi ora vivono senza nemmeno poter frequentare i corsi».

Barbara Mastino

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