La Nuova Sardegna

Sassari

Quattro corsie Sassari-Alghero, il Tar boccia il ricorso della Regione

Un tratto della Sassari-Alghero
Un tratto della Sassari-Alghero

Ora la parola passa al Cipe, udienza il 16 settembre

23 aprile 2020
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SASSARI. «L'atto in contestazione non determina un arresto procedimentale e deve ritenersi privo degli effetti lesivi lamentati dall'amministrazione regionale». È la motivazione con cui il Tar della Sardegna ha respinto il ricorso promosso dalla Regione Sardegna contro il diniego espresso lo scorso 9 gennaio dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali sul completamento a quattro corsie della statale tra Alghero e Sassari, il cui ultimo tratto - dalla cantoniera per Rudas al centro abitato algherese - è irrealizzato da anni, trasformando in una grande incompiuta un'opera che per tre lotti su quattro è finita da tantissimo tempo. Il Tar, «ai fini di una sollecita definizione del giudizio», ha deciso di fissare una pubblica udienza per il 16 settembre, «anche al fine di verificare l'eventuale adozione delle conclusive determinazioni sul procedimento in questione».

Sarà quella la sede in cui «potranno essere valutati anche eventuali profili riguardanti l'ammissibilità del ricorso». Presidenza della Regione e Assessorato dei Lavori pubblici si erano rivolti ai giudici amministrativi lo scorso 4 marzo, confermando l'opera «di fondamentale importanza per lo sviluppo del Nord Sardegna e per i riflessi sull'intera economia isolana».

Per la sentenza pronunciata oggi dalla prima sezione del Tar Sardegna - presieduta da Dante D'Alessio e composta da Tito Aru e Antonio Plaisant - il ricorso proposto dalla Regione riguarda un parere negativo di compatibilità ambientale reso dal Ministro per i Beni e le Attività culturali, che «non costituisce l'atto finale del procedimento» autorizzativo della quattro corsie. L'ultima parola, dicono i giudici amministrativi, spetta «alla competenza del Cipe».

Lo stesso Cipe, «in caso di motivato dissenso del Ministro dell'Ambiente o del Ministro per i Beni e le Attività culturali, demanda al consiglio dei ministri l'adozione del provvedimento di compatibilità ambientale», è scritto nella sentenza emessa oggi. Ecco perché secondo il Tar l'atto contestato dalla Regione «non determina un arresto procedimentale» ed è «privo degli effetti lesivi lamentati dall'amministrazione regionale», ed ecco perché «non sussistono i presupposti per la concessione dell'invocata misura cautelare». (ANSA).

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