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Sassari

Coronavirus, a Sassari si indaga su imprese di pulizie e market

di Nadia Cossu
Coronavirus, a Sassari si indaga su imprese di pulizie e market

Non solo gli ospedali, sotto la lente di ingrandimento della Procura anche le ditte che hanno prestato servizio nelle Rsa

24 aprile 2020
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SASSARI. È un’inchiesta a 360 gradi quella che la Procura della Repubblica di Sassari sta portando avanti da quando sono emerse le prime importanti criticità legate alla diffusione del coronavirus in ambito sanitario. Uno tsunami che, come si sa, ha investito reparti ospedalieri, operatori, pazienti. Sotto questo profilo le indagini della magistratura vanno avanti a ritmo serrato con l’obiettivo di evidenziare eventuali responsabilità per ipotesi di reato che vanno dall’epidemia colposa alle lesioni colpose e all’omicidio colposo.

Ma con il passare delle settimane gli accertamenti dei carabinieri del Nas e del personale Spresal si sono allargati e hanno interessato più ambiti. La verifica del rispetto delle norme di sicurezza negli ambienti di lavoro e in tutti quei servizi rimasti attivi in questo periodo si è spostata ad esempio anche nei supermercati e nelle imprese di pulizie, tanto per citare due casi. Nei market si lavora in sicurezza? E le imprese di pulizie che hanno prestato servizio nelle residenze per anziani hanno rispettato tutti i protocolli?

Da giorni si stanno effettuando controlli incrociati all’interno degli esercizi commerciali per valutare l’esistenza di eventuali carenze sotto il profilo della sicurezza. Comprese le corsie dei supermercati e il comportamento tenuto all’interno degli stessi sia dalla clientela che dai dipendenti.

È risaputo che gli assembramenti sono potenziali veicoli di contagio e ci sono state segnalazioni che indicavano ad esempio il mancato rispetto della distanza interpersonale in alcuni locali. È un aspetto, questo, ritenuto molto rilevante. Perché se indossare le mascherine è considerata dagli esperti una tutela aggiuntiva, la condotta più efficace in questo momento è evitare il contatto ravvicinato con altre persone.

E a questo proposito martedì mattina è stato richiesto l’intervento della polizia locale in via Mazzini dove decine di persone erano ammassate fuori dall’ufficio del Caf in attesa di entrare per il disbrigo delle pratiche. Una situazione decisamente allarmante che, a quanto pare, già nei giorni precedenti aveva richiesto l’intervento dei vigili urbani. Ma nonostante ciò il pericoloso assembramento si è ripetuto e martedì mattina la polizia locale ha dovuto sanzionare l’ufficio che si occupa di assistenza fiscale. È stata anche imposta la presenza di un addetto all’esterno con il compito di assicurare l’indispensabile distanziamento e il contingentamento. Organizzare, quindi, il lavoro in modo da non creare una fila eccessiva e rinviare al giorno successivo tutte le pratiche che non si riuscirebbe comunque a smaltire nell’arco della mattinata.

C’è poi un altro aspetto dell’inchiesta che riguarda le imprese di pulizie, in particolare quelle che in questo periodo hanno svolto il loro servizio nelle case di riposo per anziani devastate dal Covid. Sotto la lente di ingrandimento della Procura turni, presenze, corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte del personale addetto. Verifiche ad ampio raggio volte a stabilire se ci siano state delle mancanze che possano in qualche modo aver contribuito a creare situazioni di pericolo.

In questa complessa attività di indagine coordinata dal sostituto procuratore Paolo Piras, in sintesi, si sta viaggiando su più ambiti. Di sicuro al momento nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati, l’inchiesta va avanti ed è possibile che nei prossimi giorni ci siano sviluppi che consentiranno di individuare singole e precise responsabilità penali.

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