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Sassari

Autoscuole in ginocchio: «Riaprire ma in sicurezza»

Autoscuole in ginocchio: «Riaprire ma in sicurezza»

Lezioni nelle aule e pratica nelle vetture: complicato il distanziamento sociale I titolari del Nord Sardegna chiedono l’informatizzazione e la teoria certificata 

03 maggio 2020
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wSASSARI. L’abitacolo di una vettura e il distanziamento sociale sono fattori inconciliabili all’epoca del coronavirus. Così come aule per studio e teoria. Ed è per questo motivo che le serrande delle autoscuole sono chiuse da mesi e i titolari sono in ginocchio. Nei giorni scorsi un’associazione del Nuorese, la Confarca, aveva avanzato una serie di proposte per favorire una riapertura in tempi stretti. Ma i colleghi di Sassari della segreteria provinciale dell’Unasca (Unione nazionale autoscuole) ci vanno più cauti: «Non vogliamo riaprire solo per arieggiare i locali – dice la responsabile Tiziana Oggiano – vogliamo riprendere quando potranno essere garantite le condizioni di sicurezza per gli istruttori e per gli utenti. L’ultima cosa che desideriamo, per la troppa fretta di rimetterci in moto, è quella di trasformarci in potenziali focolai del coronavirus». Le autoscuole svolgono lezioni in locali chiusi, prevedono sessioni di pratica con istruttore e allievo fianco a fianco all’interno di una stessa vettura. Insomma, condizioni di vicinanza che potrebbero mettere a repentaglio le precauzioni sul contagio. «Il 28 maggio abbiamo organizzato una riunione alla quale hanno partecipato tra gli altri il dirigente della Regione Marco Pes e il segretario nazionale dell’Unesca Emilio Patella, e si sono affrontati tutti i temi della possibile riapertura. Tra le 11 autoscuole di Sassari è emersa questa posizione: non ha molto senso partire a mezzo servizio, se non saremo in grado di riavviare tutte le nostre attività didattiche e pratiche. E poi occorrono certezze: cioè dei protocolli precisi da rispettare e delle date certe per gli esami di guida. Queste, secondo i nostri associati, sono le condizioni indispensabili per iniziare la fase due delle autoscuole». E poi ci sono le proposte: «Informatizzare le nostre sedi, svolgere gli scritti su una piattaforma digitale, con una certificazione della teoria nelle autoscuole. Si può attingere dai fondi regionali, e dalle risorse messe in campo dalla Camera di Commercio. Ma per un balzo nel futuro, e non un salto nel passato».

L’associazione Confarca, invece, con le sue 40 aziende, aveva altri progetti: «La nostra soluzione per l’esame di teoria, così da separare i candidati, è quella di farla fare sia nella motorizzazione, sia nelle autoscuole, così come avveniva sino a una decina di anni fa. In questo modo si evita che tanti candidati si ritrovino riuniti nelle aule della motorizzazione e si evito gli assembramenti. Invece, per quanto riguarda la pratica, l’esaminatore non si accomoderà nel sedile dietro il candidato e l’istruttore, ma seguirà a bordo di un’altra auto, con la possibilità di dare le indicazioni a distanza. Una proposta valida per il periodo dell’emergenza sanitaria, che ora è sul tavolo del ministero dei Trasporti».

Naturalmente riprendere l’attività a patto di rispettare l’osservanza di alcune regole: il limite al numero delle presenze nelle aule degli allievi e l’obbligo dell’utilizzo delle protezioni.

«La speranza è che la proposta passi e si possa riaprire subito. L’unica cosa certa è che non possiamo continuare a stare fermi. I costi di gestione, tra affitti e spese per tenere il parco dei mezzi, sono alti e senza entrate si rischia di chiudere i battenti per sempre. Non risolvono i problemi i 600 euro trasferiti dal governo». (lu.so.)

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