La Nuova Sardegna

Sassari

Un museo a cielo aperto che stenta a decollare

di Gavino Masia
Un museo a cielo aperto che stenta a decollare

Resta sulla carta la realizzazione al porto di un’area espositiva dei reperti romani Le costruzioni dell’antica Turris Libisonis dovevano essere un’attrattiva turistica

08 maggio 2020
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PORTO TORRES. Sotto la gradinata che collega la banchina del molo sud del porto commerciale con la stazione marittima ci sono numerose costruzioni di età romana che attendono da anni di essere fruibili attraverso il progetto finanziato dall’Autorità di sistema portuale.

Le indagini condotte dalla Soprintendenza per i Beni archeologici durante la costruzione di opere per lo scalo marittimo avevano permesso oltre cinque anni fa di mettere in luce numerosi reperti storici. Si trattava di strutture portuali di edifici e dei resti della rete viaria che in antichità collegava il porto con il cuore della città romana. Per questo motivo il progetto originale del porto fu modificato, con lo scopo di tutelare i monumenti presenti e metterli a disposizione di turisti e visitatori. L’intervento progettato prevede la creazione di un’area espositiva situata nel punto cardine di collegamento fra l’incompiuta del terminal crociere e la stazione marittima passeggeri. Il progetto definitivo contempla la realizzazione di un percorso di visita con una passerella in legno, già costruita, l’installazione di alcune vetrine e la presenza di ampie zone espositive aperte per presentare i grandi manufatti archeologici. Un museo a cielo aperto dove mettere in mostra tutti i materiali più pregiati recuperati durante la fase di realizzazione del nuovo assetto del porto commerciale.

Il progetto avviato non è però mai stato ultimato, anche se si tratta di un’opera di grande qualità che avrebbe permesso di riqualificare un’area archeologica della massima importanza dal punto di vista culturale e turistico. Oltre che di notevole pregio e grande attrattiva. E che, a parere di tanti, forse avrebbe riacceso l’interesse verso le vicine strutture portuali in semi abbandono.

Stessa sorte hanno subito anche le strutture archeologiche messe in luce durante la realizzazione della nuova viabilità di collegamento interno fra i moli di levante e di ponente. Collegabili ad attività artigianali e comunque funzionali alle attività portuali, poiché si affacciavano sul porto della Colonia Romana di Turris Libisonis. Il progetto definitivo, sempre a carico dell’Authority, prevede l’ampliamento di uno dei due scavi e la protezione con una copertura. Oltre alla realizzazione una recinzione per la messa in sicurezza dei due complessi archeologici e la riqualificazione dell’area con prato e un sentiero per il collegamento pedonale fra il parcheggio dell’area portuale e via Vespucci, proprio di fronte all’area archeologica di Palazzo Re Barbaro. Opere che sono importantissime per lo sviluppo delle attività turistiche.

Per la gestione dell’area musealizzata invece, si attendeva l’intesa, mai formalizzata, tra Comune e Soprintendenza per la gestione delle aree archeologiche urbane.

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