La Nuova Sardegna

BONO. Da inizio emergenza Covid i vaccini per i bambini del Goceano si fanno nell’ospedale di Ozieri. Il poliambulatorio di Bono garantiva il servizio ai nove Comuni del Goceano. «Il servizio va subito ripristinato – è la richiesta che il capogruppo regionale del Pd Gianfranco Ganau e il capogruppo di Liberi e Uguali Daniele Cocco hanno avanzato in commissione sanità giovedì scorso –. Le famiglie del Goceano, per sottoporre a vaccinazione i propri figli, sono costrette a recarsi nell’ospedale di Ozieri affrontando così un’ora di auto quando potrebbero farlo in sicurezza e comodamente a Bono». La problematica è stata presentata all’assessore regopnale alla Sanità Mario Nieddu e al presidente della commissione sanità Domenico Gallus. La questione della sospensione del servizio è stata sollevata anche dal segretario del circolo Pd di Bono Gian Mario Marteddu: «L’emergenza Covid non può determinare un ulteriore abbandono dei territori periferici e dei piccoli centri – ha detto – dove non vengono più garantiti servizi essenziali come quello delle vaccinazioni. Ho segnalato il problema al capogruppo Ganau per chiedere l’immediato ripristino del servizio delle vaccinazioni nel poliambulatorio di Bono». Il poliambulatorio di Bono è per il territorio del Goceano un importante presidio medico: offre servizi di medicina specialistica come otorinolaringoiatria, odontoiatria, oculistica, dermatologia, cardiologia, medicina dello sport, pneumologia, psichiatria, neurologia, ortopedia e ginecologia. E ancora reumatologia, endocrinologia, diabetologia, urologia e fisiatria, con medici specialisti impegnati sia in ambito ambulatoriale che direttamente nel territorio come nelle attività preventive nelle scuole. «Provare a lavorare insieme è un obbligo politico e morale, soprattutto adesso che è iniziata la fase 2 dell’emergenza sanitaria – ha infine aggiunto Cocco nel suo intervento in commissione sanità –. Dobbiamo trovare le soluzioni possibili per cercare di lenire i disagi di una popolazione già fortemente in crisi».

Elena Corveddu