La Nuova Sardegna

Sassari

#maipiùindietro 

C’è mamma Sabina nel video che dà voce alla disabilità

PORTO TORRES. «Per noi la sfida non è iniziata il 4 marzo e non finirà quando verrà sconfitto il coronavirus. Perché quando la disabilità tocca una famiglia, la tocca per sempre». È il messaggio...

27 maggio 2020
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PORTO TORRES. «Per noi la sfida non è iniziata il 4 marzo e non finirà quando verrà sconfitto il coronavirus. Perché quando la disabilità tocca una famiglia, la tocca per sempre». È il messaggio contenuto in un video-denuncia di Abilità Diverse Aps, associazione di promozione sociale che da Bolzano a Palermo passando per Porto Torres chiede di ripartire dai bambini e dalla disabilità, chiede che famiglie e bimbi diversamente abili non vengano dimenticati, trascurati, come accaduto durante la quarantena.

Nel video quattro voci, quaranta volti di mamme, coi loro nomi e quelli dei loro ragazzi, con l’hashtag #maipiùindietro, mirano a sensibilizzare il Paese sul tema della fragilità delle famiglie con figli diversamente abili. Tra le voci narranti, una è turritana. È quella di Sabina, madre di due figli pluripatologici, al momento l’unica sarda parte dell’associazione. «Il coronavirus ha fatto emergere come le famiglie con figli disabili siano state dimenticate non solo economicamente ma anche per quanto concerne le terapie – dice Sabina – pure la scuola ha pensato solo alla didattica a distanza per i normodotati. Noi mamme ci siamo trasformate in insegnanti, terapiste. È emerso il disinteresse di determinate istituzioni verso il mondo della disabilità». L'iniziativa è partita contemporaneamente da Rescaldina, Dairago e Napoli per merito di tre mamme che si sono incontrate sui social e hanno deciso di unire le forze coinvolgendone altre madri. «Il problema è che non sappiamo cosa ci sarà dopo: penseranno anche a noi e ai nostri figli?«, si chiede Sabina ricordando che un'associazione simile non sarebbe nata se non vi fossero dei problemi. L'idea è perciò sensibilizzare sul tema «anche nella nostra regione perché ogni regione ha leggi specifiche», chiosa Sabina.

Emanuele Fancellu

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