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Sassari, giro di vite a Predda Niedda: stop a teatri e ambulatori

di Giovanni Bua
Sassari, giro di vite a Predda Niedda: stop a teatri e ambulatori

Piano urbanistico: eliminate una serie di attività previste nelle “vecchie” destinazioni d’uso. Il sindaco: «Volevano fare una città nella città, riportiamo tutto al centro»

11 giugno 2020
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SASSARI. Giro di vite sulle attività (di futuro insediamento) consentite a Predda Niedda. Semplificazioni e accorpamenti nelle zone dedicate ai servizi generali (le zone G) che si aprono al commerciale, limature generali e interventi mirati. Riprende il suo cammino la revisione delle norme tecniche di attuazione del Puc. Giunta all’ultimo metro nella passata consiliatura (mancava l’ultimo passaggio in aula), congelata dal sindaco Campus non appena insediato, riscritta in parte. È tornata ieri in aula per riprendere da capo il suo iter: approvazione preliminare (avvenuta ieri a maggioranza, con l’astensione del centrosinistra, di Ginesu – Lega – e di Andria), osservazione, passaggio in Regione e ritorno in Comune per l’approvazione definitiva.

Una riscrittura che, pur rispettando per il 90 per cento la “versione Sanna” cambia alcune carte in tavola. Soprattutto a Predda Niedda, la zona D del piano urbanistico (che segnala le aree produttive) da cui scompaiono una lunga serie di destinazioni d’uso previste nella precedente variante.

«Abbiamo trovato un documento in gran parte condivisibile - ha spiegato il sindaco Nanni Campus in consiglio - che procedeva con importanti semplificazioni richieste dalla normativa sopravvenuta nel mentre. E quella linea, portandoci ancora più avanti, abbiamo seguito. Su un punto però abbiamo fatto una chiara scelta politica. Su Predda Niedda».

«Nella zona produttiva della città erano infatti previste destinazioni d’uso incredibili – ha continuato Campus – cinema, discoteche, sale ritrovo e teatri. E, dentro i centri commerciali esistenti, ancora peggio, con il via libera a laboratori artigianali, ambulatori, centri per la cura degli animali. Una città nella città che rischiava di sorgere a discapito della città compatta. Questo abbiamo deciso di stralciare. Lasciando solo la somministrazione di alimenti e bevande, ma non all’interno dei centri commerciali esistenti, e la possibilità di fare a Predda Niedda solo un centro congressi. E facendo in modo che le altre attività trovino posto all’interno del tessuto urbano».

Chiuso il lucchetto su Predda Niedda si aprono però un’altra serie di possibilità dati da accorpamenti e semplificazioni. In particolare delle zone G, quelle dei servizi generali in gran parte nella fascia periurbana. Con un accorpamento delle G1 in una maxi zona con destinazioni d’uso che comprenderanno formazione, salute, attività culturali, ricreative, di spettacolo. E l’apertura alle iniziative commerciali.

Spazio poi a una variazione delle zone standard, le zone S. Anche qui si apre ai privati per realizzazioni di opere per la collettività (fino ad oggi dovevano per forza essere opere pubbliche).

Da notare poi la modifica della zona di piazza Mazzotti che da zona A2 a massima tutela cambia e diventa S4, per rendere possibile la costruzione del posteggio interrato più volte annunciato dalla giunta Campus.

Infine la variante prevede una serie di semplificazioni per il recupero di aree storiche di fatto abbandonate come le ex concerie Costa e Dau, gli ex Mulini Ardisson e le ex semolerie Azzena, per le quali si introduce la possibilità di intervenire anche tramite Pua di iniziativa privata e non, come ora, solo con piani particolareggiati di iniziativa pubblica.

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