La Nuova Sardegna

Sassari

La chiesa di San Sebastiano verrà rimessa a nuovo

di Mario Bonu
La chiesa di San Sebastiano verrà rimessa a nuovo

Cossoine: firmato un protocollo tra Arcidiocesi, Comune e parrocchia I lavori interesseranno la facciata, il tetto e il campanile: 100mila euro la spesa

13 giugno 2020
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COSSOINE. Un protocollo per il restauro e il consolidamento statico della chiesa di San Sebastiano, è stato sottoscritto fra l’Arcidiocesi di Sassari, il Comune di Cossoine e la Parrocchia di Santa Chiara. Il documento è stato firmato rispettivamente dal direttore dell’ufficio Beni culturali monsignor Giancarlo Zichi, dalla sindaca Sabrina Sassu, dal parroco di Cossoine don Peppino Lintas.

La spesa complessiva prevista per l’intervento è di 100mila euro, dei quali 70mila a carico dell’Arcidiocesi di Sassari, in virtù del contributo concesso dalla Cei, e 30mila del Comune di Cossoine. Gli interventi previsti riguardano gli intonaci esterni, che verranno rimossi e rifatti, anziché a base cementizia come quelli attuali, a base di calce. Gli stessi intonaci verranno invece rimossi dalle modanature, dai fascioni e dal portale in pietra, su cui è previsto il ripristino delle malte di saldatura, e il trattamento della pietra con materiali idonei. Per quanto riguarda la copertura, è prevista la rimozione delle tegole tipo coppi, il posizionamento di una guaina isolante e il rifacimento del tetto con lo stesso tipo di tegole. Dal campanile verranno eliminati gli intonaci cementizi, gli stessi verranno sostituiti con intonaci e tinteggiatura a base di calce. Previsto anche l’intervento su grondaie e pluviali attualmente in lamiera, che verranno sostituiti da quelli in rame. I lavori saranno coordinati dalla parrocchia di Santa Chiara, unico soggetto appaltante.

La chiesa di San Sebastiano, conosciuta per l’Ardia che si corre intorno tutti gli anni nel giorno del vespro e nella seconda domenica di maggio, risalirebbe al 1600. La facciata, di impostazione classica, ha sul fianco una piccola torre con cella campanaria. La pianta è a croce latina formata da una navata centrale e da due cappelle laterali, cui si unisce il presbiterio sopraelevato. Secondo le notizie riportate da Giacomino Pittalis in “Un paese del Logudoro”, un documento del 1704 dell’arcivescovo Sicardo, ordina di rimettere in sesto la chiesa, mentre nel 1773 vennero pagati 48 scudi per riparare il campanario. Nel 1885 vi venne istituita la confraternita dall’arcivescovo Diego Marongio Delrio. Importanti interventi di ristrutturazione vi vennero eseguiti nel XIX secolo, e poi ancora negli anni Novanta del secolo scorso. Rimane uno degli edifici di culto al quale i cittadini di Cossoine sono maggiormente legati.

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