La Nuova Sardegna

Sassari

Palazzetto, il Comune presenta il piano per le società sfrattate

Palazzetto, il Comune presenta il piano per le società sfrattate

SASSARI. Il Comune alza il velo sull’incerto futuro delle società sportive rimaste senza casa dopo l’inizio dei lavori di ampliamento al Palaserradimigni. Questa mattina alle 11 l’assessora allo...

07 luglio 2020
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SASSARI. Il Comune alza il velo sull’incerto futuro delle società sportive rimaste senza casa dopo l’inizio dei lavori di ampliamento al Palaserradimigni. Questa mattina alle 11 l’assessora allo Sport Rosanna Arru riferirà di fronte alla V commissione “sulla gestione delle attività e degli spazi da parte delle associazioni sportive che fruiscono del Palazzetto dello sport durante i lavori che interesseranno l'intero impianto sportivo”.

La situazione non è semplice. Il Palazzetto è infatti blindato per l'inizio del cantiere, e tale rimarrà a lungo. Alle società che si allenavano in piazzale Segni inoltre manca l'interfaccia con cui negli ultimi anni avevano avuto rapporti e accordi: la Athlon. Il contratto di gestione del PalaSerradimigni è infatti scaduto il 31 maggio, e non è stato rinnovato, con la struttura che è rientrata sotto la diretta gestione del Comune.

E proprio il Comune è chiamato a trovare ora la non semplice soluzione. Se infatti le società di basket potrebbero trovare posto al Palasantoru, gestito da Athlon e in gran parte riservato alla pallavolo, decisamente più difficile è immaginare un luogo adatto per le due società che di ginnastica artistica, e per la Boxe Torres "Mario Muretti", oltre che per la lotta e lo judo della stessa Athlon. Sul piatto potrebbero entrare le palestre scolastiche, comunali e provinciali. Ma ci sono da vedere le regole per le scuole, che potrebbero richiedere l'utilizzo degli spazi, anche di sera, per la normale didattica. Oltre alle procedure non semplici di sanificazione e montaggio delle attrezzature. C’è poi la palestra Coni di via Coradduzza, culla di basket, volley e arti marziali tra gli anni '60 e '80, ma bisognosa di costosi interventi di recupero.

Rimane l’idea della creazione di un consorzio che prenda in carico un nuovo spazio da riadattare, probabilmente a Predda Niedda. Azione praticabile solo nell'ipotesi di poter rientrare, in tempi ragionevoli, nel nuovo palazzetto. (g.bua)

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