tribunale
Non erano atti persecutori assolto un quarantenne di Sorso
SASSARI. Era accusato di aver reso la vita impossibile all’ex compagna, procurandole un grave stato di ansia e di paura e costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita. E in particolare...
28 luglio 2020
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SASSARI. Era accusato di aver reso la vita impossibile all’ex compagna, procurandole un grave stato di ansia e di paura e costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita. E in particolare costringendo la donna – era scritto nel capo d’imputazione – a trasferire la propria dimora in un luogo segreto. Durante il processo a un quarantenne di Sorso, finito davanti a giudice con l’accusa di atti persecutori, il difensore dell’uomo, l’avvocato Gian Luigi Poddighe, è riuscito a convincere il giudice che nei comportamenti dell’imputato non poteva in realtà configurarsi lo stalking.
Il difensore ha dimostrato che le abitudini di vita della donna non erano cambiate per volontà criminale dell’imputato, ma in realtà per scelta volontaria della persona offesa. Il giudice Sergio De Luca, nonostante la richiesta di condanna e due anni e sei mesi del pubblico ministero Rosanna Nurra, lo ha assolto perché il fatto non sussiste. L’uomo, è stato dimostrato durante il corso del processo, prendeva il mantenimento da parte dell’ex moglie, perché lei era l’unica tra i due ad avere un’occupazione stabile. La donna aveva denunciato l’ex marito per una serie di comportamenti ritenuti minacciosi. Tra la fine del 2015 e la metà del 2016 la persona offesa aveva cambiato abitazione e numero di telefono, ma nonostante questo il giudice non ha ravvisato un comportamento persecutorio nei suoi confronti.
Il difensore ha dimostrato che le abitudini di vita della donna non erano cambiate per volontà criminale dell’imputato, ma in realtà per scelta volontaria della persona offesa. Il giudice Sergio De Luca, nonostante la richiesta di condanna e due anni e sei mesi del pubblico ministero Rosanna Nurra, lo ha assolto perché il fatto non sussiste. L’uomo, è stato dimostrato durante il corso del processo, prendeva il mantenimento da parte dell’ex moglie, perché lei era l’unica tra i due ad avere un’occupazione stabile. La donna aveva denunciato l’ex marito per una serie di comportamenti ritenuti minacciosi. Tra la fine del 2015 e la metà del 2016 la persona offesa aveva cambiato abitazione e numero di telefono, ma nonostante questo il giudice non ha ravvisato un comportamento persecutorio nei suoi confronti.