La Nuova Sardegna

Sassari

In due dal gup per lo stupro a Codrongianos

In due dal gup per lo stupro a Codrongianos

Fissata l’udienza preliminare per la violenza di gruppo scattata dopo una conoscenza su Facebook

02 ottobre 2020
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SASSARI. Durante lo stupro avvenuto all’interno di un casolare alla periferia di Codrongianos era stata fotografata e poi minacciata dall’uomo conosciuto su Facebook e del quale si era fidata e con lui da un suo amico che aveva preso parte alla violenza.

Il prossimo 18 novembre Redouane El Hani, marocchino di 33 anni, difeso dall’avvocato Claudio Mastandrea e il suo coetaneo e connazionale Mohamed Laaraj, difeso dall’avvocato Cinzia Cossu, dovranno presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare Michele Contini per difendersi dall’accusa di violenza sessuale di gruppo.

Il primo è stato raggiunto dalla notizia dell’inizio del processo nel paesino della provincia di Mantova in cui si è trasferito, mentre il secondo si è reso irreperibile da mesi.

«Se racconti questa storia a qualcuno – le avrebbero intimato i due presunti violentatori – mostriamo queste foto a tua figlia». Così per un po’ di tempi la vittima della violenza, una cinquantenne di un paese dell’Oristanese, terrorizzata da quelle parole, non aveva fatto parola con nessuno di quello che l’era accaduto durante un appuntamento con un 33enne di origine marocchina, trasformatosi nel peggiore degli incubi. L’inchiesta era partita solo un paio d’anni dopo, quando i carabinieri della compagnia di Porto Torres avevano captato una frase della donna durante un’intercettazione legata a un’altra inchiesta ed erano scattate le indagini. La donna era stata convocata in caserma e davanti ai carabinieri aveva raccontato tutto, spiegando – in lacrime – di non aver avuto la forza di presentare una denuncia. Di uno dei due uomini aveva fornito nome e cognome ai carabinieri, il secondo lo aveva riconosciuto da una foto.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Maria Paola Asara, è stata lunga e complessa, soprattutto perché uno dei presunti aguzzini si era reso da subito latitante. Secondo le accuse della Procura sarebbe stato proprio lui a condurre la vittima all’interno di una casa di Codrongianos nella quale all’epoca del presunto stupro l’uomo viveva con la famiglia. I primi contatti tra lui e la cinquantenne erano avvenuti su Facebook, poi la proposta di un incontro per conoscersi di persona. La donna si era fidata ed era caduta nella trappola. (l.f.)

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