La Nuova Sardegna

Sassari

Luci sulla torre aragonese ma il degrado non si ferma

di Gavino Masia
Luci sulla torre aragonese ma il degrado non si ferma

Inaccessibile da anni la fortezza settecentesca che è il simbolo della città  Rifiuti all’interno, i vetri delle finestre sono rotti. Si attende la sdemanializzazione 

20 dicembre 2020
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PORTO TORRES. Per le festività natalizie l’amministrazione comunale ha deciso di illuminare esternamente uno dei simboli più conosciuti della città (accogliendo la proposta artistica di Pier Giuseppe Sini) che sta vivendo purtroppo nell’oblio da tanti, troppi anni. Stiamo parlando delle torre aragonese, oltre settecento anni di storia, che appare imponente e statuaria davanti al porto commerciale e alla cinta urbana.

È il monumento più fotografato dai visitatori che passano davanti al prato e dalle coppie che vogliono immortalare i loro momenti felici. L’interno è però inaccessibile e anche inguardabile per i rifiuti e lo stato di estremo degrado presenti nei vari piani del monumento. Dopo i vari rimpalli tra gli enti, poco propensi ad investire denari per la riqualificazione, qualche mese fa la notizia tanto attesa: la planimetria con il tracciamento dei nuovi confini demaniali di Porto Torres ha messo nero su bianco che la torre aragonese è esclusa alle competenze dell’Autorità di sistema portuale.

Un decreto di sdemanializzazione che deve essere confermato dall'Agenzia del demanio e dalla Corte dei conti per il controllo di legittimità. Considerato il valore storico del bene, la competenza dovrebbe essere questa volta della Soprintendenza ai Beni culturali. Spetta ora alla nuova amministrazione comunale chiarire bene i contorni di tutta la vicenda che ha accompagnato il lento ma costante declino della torre in questi anni. I vetri delle finestre rotti e la porta della terrazza staccata, consentono ai piccioni di entrare e depositare il guano ovunque. Per il resto ci sono materassi accatastati, arredi e suppellettili abbandonati.

«La torre aragonese così illuminata ci ha regalato bellezza – dice l’assessora ai Beni monumentali Maria Bastiana Cocco – ha generato positività e orgoglioso senso di appartenenza da parte dei cittadini: un segnale di auguri per ricordare che bisogna imparare davvero ad amare e valorizzare le molte risorse culturali del territorio». È una torre unica in Sardegna, secondo l’assessora, e per la sua forma è porta d’accesso per chi arriva in città. Peccato però che sia stata esclusa dai fondi Fas impiegati per il progetto di restauro di molte torri costiere della Sardegna, diventando al contrario inagibile al pubblico e in condizioni di degrado.

«Riveste un ruolo fondamentale all’interno del Piano strategico per i beni culturali – aggiunge l’assessora Cocco – presentato dal sindaco durante la campagna elettorale: l’auspicio che esprimiamo per i prossimi 5 anni è che la torre possa diventare uno degli elementi cardine della riprogettazione del rapporto tra area portuale e area urbana, con un progetto concordato fra gli enti competenti finalizzato al suo recupero strutturale e alla sua fruibilità, affinché possa esprimere tutte le sue potenzialità nell’ambito dell’elaborazione dei futuri percorsi turistici».

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