La Nuova Sardegna

Sassari

Turismo e lavoro in crisi nera, il rapporto della Camera di Commercio di Sassari

di Luigi Soriga
Turismo e lavoro in crisi nera, il rapporto della Camera di Commercio di Sassari

Il Covid ha più che dimezzato gli arrivi, l’occupazione cala del 28% e le esportazioni segnano il -22%

23 dicembre 2020
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SASSARI. La pandemia ha impattato in maniera devastante sull’economia del Nord Sardegna. Trasporti, presenze turistiche, dinamica delle imprese, analisi settoriale: l’indagine effettuata dall’ufficio studi dell’Ente camerale è un check-up completo dello stato di salute del territorio. E il responso è impietoso.

Tutti gli indicatori sono colati a picco, e risollevarli nel breve periodo non sarà semplice. «Purtroppo la pandemia ha inciso negativamente sulla predisposizione ai consumi – spiega il presidente della Camera di Commercio Stefano Visconti – e ci siamo avvitati in un brutto loop dal quale non sarà facile venir fuori almeno per tutto il primo semestre del 2021. La priorità dei governi, ad ogni livello, deve essere la soluzione del problema sanitario, perché finché ci sarà il Covid non tornerà la fiducia, che è propedeutica alla ripresa dei consumi e quindi dell'economia».

Arrivi e partenze. L’indicatore più sensibile della crisi in atto è il numero dei passeggeri nei porti e negli aeroporti sardi da gennaio a settembre 2020. Per mare hanno viaggiato 2.701.702 persone, con un calo del 43,6 per cento rispetto al 2019.

Il dato che riguarda gli aeroporti è ancora più pesante. Appena 2.866.128 passeggeri, con una flessione del 61,8 per cento. In sintesi gli arrivi e le partenze, fortemente condizionati dagli effetti pandemici, hanno fatto registrare un calo complessivo di 6,7 milioni di viaggiatori (-55%) rispetto al periodo gennaio-settembre dello scorso anno. Agli aeroporti sono mancati ben 4,6 milioni di persone ed ai porti 2,1 milioni. L’effetto domino in un territorio come il Nord Sardegna che fa del turismo un volano dello sviluppo è evidente. Alberghi in crisi, ristorazione in ginocchio, e insieme tutto l’indotto che si alimenta da queste attività.

Occupazione. Inevitabilmente il tasso di occupazione, soprattutto quello che riguarda le assunzioni stagionali, è precipitato. I territori a vocazione turistica, come la Gallura, o la Riviera del Corallo, subiscono maggiormente la crisi, mentre resistono meglio i territori con una economia legata all’agricoltura, dove il mercato del lavoro non ha risentito particolarmente di lockdown e restrizioni. Il calo complessivo dell’occupazione nel Nord dell’Isola è del 28 per cento, con 72mila posti in meno rispetto al 2019.

Sotto il profilo delle assunzioni il picco più basso lo si è toccato ad aprile, poi una crescita, seppur non spedita ma costante, fino a luglio.

Nuove imprese. Nella dinamica delle imprese, al momento, il nord Sardegna, rappresenta il 32% del totale di quelle regionali, tuttavia risalta un dato relativo al 2020: tra gennaio e settembre, globalmente, nell'Isola si è registrato un saldo attivo di 712 imprese ed il 64% di queste è localizzato nel nostro territorio. A livello regionale, la Sardegna ha fatto registrare un tasso di crescita (+0,42%) pari al doppio del sistema Italia (+0,21%).

Il confronto, invece, tra i periodi relativi a gennaio-ottobre del 2019 e di quest’anno mostrano un calo globale pari al 18% (dato rispetto alle iscrizioni), che attraversa due fasi. La prima, quella che si riferisce all’arco temporale da marzo a maggio ha subìto una flessione del 45% e la seconda, in risalita da luglio a settembre, che mostra evidenti segnali di ripresa, attestandosi su un +14%.

Import export. Il valore delle esportazioni nell’anno del Covid è registrata negli ultimi mesi. Rispetto ai primi 6 mesi del 2019 ascrivibili quasi totalmente al settore più rappresentativo delle vendite all’estero sarde: i prodotti ottenuti dalla raffinazione del petrolio, che precipitano di oltre 40 punti percentuali perdendo 950 milioni di euro. Segno meno, dunque per import ed export. Le prime perdono oltre 37 milioni di euro (-19,5%) per un volume totale realizzato pari a 155 milioni di euro. Le seconde perdono più in percentuale (-22,2%) ma meno in termini monetari (-19,3 milioni di euro). Tra tutti i mercati di sbocco, saldi percentuali fortemente negativi su Spagna (da 4,2 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2019 a 2 milioni nel 2020 con -51%)e Francia (oltre 5 milioni di euro di acquisti in meno con -43%)e infine Germania (1,2 milioni di euro di mancate vendite e -14%).



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