La Nuova Sardegna

Sassari

Travolto dal carico del tir scontro tra accusa e periti

di Luca Fiori
Travolto dal carico del tir scontro tra accusa e periti

Tonio Farris era rimasto schiacciato da oltre novecento chili di acciaio a Ploaghe A processo il proprietario del mezzo e un altro autista che lo affidò alla vittima

02 gennaio 2021
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SASSARI. Sarebbe stato privo di sistemi di ancoraggio per la fissazione del carico - secondo la Procura della Repubblica - l’autoarticolato che Tonio Farris, trasportò dal porto di Olbia a Ploaghe a fine novembre del 2016. L’autista ozierese di 41 anni era stato travolto e ucciso da un carico di oltre 900 chili di acciaio che lui stesso aveva trasportato dal porto gallurese per consegnarlo a una ditta che si stava occupando dell’installazione di pale eoliche.

A processo con l’accusa di omicidio colposo sono finiti Stefano Libero Lucianu, 59 anni di Buddusò, proprietario del mezzo pesante e Francesco Catalano, 48 anni di Gela, un autista che condusse il mezzo da una ditta di Padova fino al porto di Livorno.

Il consulente della difesa, l’ingegner Gian Piero Leoni che ha presentato i giorni scorsi la relazione in aula. Secondo il perito il mezzo sarebbe invece a norma. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l’avvocato Stefano Carboni.

Prima del perito di parte due tecnici dello Spresal avevano ricostruito davanti al giudice Mauro Pusceddu gli accertamenti fatti subito dopo il terribile incidente. Il sostituto procuratore Maria Paola Asara subito dopo l'incidente aveva aperto un fascicolo e affidato ai carabinieri e agli ispettori dello Spresal delle Asl di Sassari e Padova l’incarico di risalire a chi si era occupato di caricare le 32 barre d'acciaio del peso di 30 chili l’una sul tir arrivato nell’isola e a chi aveva la responsabilità di verificarne la stabilità prima di affidare il carico a Tonio Farris.

La tragedia si era consumata poco prima delle 9 del mattino all'ingresso di Ploaghe, in un piazzale utilizzato come deposito dalla “Cfc srl”, la ditta che si stava occupando dell'installazione e della manutenzione delle pale eoliche nel territorio. Quando aveva aperto la sponda laterale del cassone del tir che trasportava le componenti in acciaio il camionista era stato travolto da un carico di oltre 900 chili. Tonio Farris non aveva avuto il tempo di scansarsi, quando aveva spostato il telone del tir e liberato la sponda per consentire al titolare della “Cfc” e a un suo dipendente di scaricare il materiale proveniente da una ditta di Grantorto, era stato investito da una valanga d'acciaio. I due uomini che erano accanto a lui avevano provato a salvargli la vita, ma ogni tentativo era stato inutile. Dopo aver lanciato l’allarme e dato le indicazioni ai soccorritori per raggiungere il piazzale che si trova all’ingresso del paese, tra lo stabilimento La Genuina e il Molino Ledda, Salvatore Fonsa e il suo dipendente avevano preso un muletto e spostato il pesante carico di barre metalliche finito sopra il corpo di Tonio Farris. Ma poco dopo il suo cuore si era fermato per sempre.

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