La Nuova Sardegna

Sassari

La città alle detenute: «Ecco stoffa e merletti»

di Nadia Cossu
La città alle detenute: «Ecco stoffa e merletti»

Le donne avevano chiesto del tessuto per realizzare una tenda nella cappella La solidarietà del negozio “Diana” e di due sarte. Un ottico donerà gli occhiali

17 gennaio 2021
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SASSARI. Un negozio di tessuti che regala le stoffe, una sarta che offre gratuitamente un corso di cucito all’interno del carcere, un’altra che dona due macchine da cucire, pizzi e merletti, un ottico che mette a disposizione gli occhiali per le donne di Bancali. Quando la solidarietà chiama Sassari risponde. E anche questa volta ne ha dato una prova concreta.

Dieci giorni fa quattro donne della commissione Pari opportunità della Regione – per la prima volta dopo otto anni – sono andate in visita nell’istituto penitenziario di Bancali «per mostrare vicinanza alle detenute e a tutto il personale femminile che lavora all’interno». Accompagnate dal garante Antonello Unida hanno osservato e ascoltato. Una richiesta in particolare le aveva colpite. Davanti alle commissarie infatti le detenute avevano espresso il desiderio di avere a disposizione dodici metri di stoffa per poter cucire una tenda e usarla per coprire le grate all’interno della cappella del carcere. Un piccolo sogno che in qualche modo cela la grande dignità di queste donne: vivere la preghiera dimenticando almeno in quel momento, immerse nella fede insieme a don Gaetano Galia che celebra la messa, di essere dentro un carcere.

E siccome, per usare una frase del garante Antonello Unida, «le azioni positive generano azioni positive» ecco che la città ha recepito questo messaggio lanciato attraverso le pagine della Nuova Sardegna e ha voluto dimostrare grande vicinanza e solidarietà alle detenute.

«Grazie a quell’articolo – racconta proprio Unida – la titolare dello storico negozio Diana Tessuti mi ha contattato dicendomi che avrebbe donato ben volentieri la stoffa che occorreva per la struttura».

Alcuni giorni fa le commissarie sono andate nel negozio “Diana” di via Brigata Sassari per ritirare il tessuto che, non appena ci sarà l’autorizzazione della direzione del carcere, verrà portato all’interno dell’istituto penitenziario.

Ma non è finita qui. Perché poi si è fatta viva “Chicca Pe” (Costanza Pedoni) molto conosciuta a Sassari per i suoi bellissimi lavori di cucito che ha voluto donare dei pizzi e le macchine da cucire per realizzare la tenda. E, ancora, la sarta Silvia Franca che ha avuto un’altra ammirevole idea: insegnare alle detenute come si lavorano le stoffe. Un corso di cucito che, anche questo, dovrà naturalmente essere autorizzato. Anche un negozio di Ottica si sarebbe reso disponibile a donare alcune paia di occhiali alle detenute.

L’iniziativa delle commissarie del Nord Sardegna Martina Pinna (avvocato), Anna Cherchi (educatrice scolastica), Rossella Mara Tea Tanca (psicologa) e Paoletta Zolo (medico) ha sicuramente colto nel segno.

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