La Nuova Sardegna

Sassari

«Vi uccido e vi taglio in mille pezzi»

di Nadia Cossu
«Vi uccido e vi taglio in mille pezzi»

Maltrattamenti ai genitori e lesioni, 37enne di Ozieri condannato a tre anni

31 gennaio 2021
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OZIERI. Maltrattamenti e minacce di morte ai genitori settantenni, verbali ma anche inviate attraverso la messaggistica di Whatsapp. Condotte violente che costringevano i due coniugi a chiudersi a chiave in casa per il timore che quel figlio (che da un po’ non viveva più con loro) potesse aggredirli durante la notte.

Nel mese di marzo, alcune persone sentono grida provenire dall’abitazione al centro di Ozieri e chiamano i carabinieri. Quando la pattuglia arriva il figlio 37enne era già andato via, trovano il padre e la madre molto provati, l’uomo ha un segno rosso sulla guancia, il figlio gli aveva dato un morso prima di lanciare tutto per aria e allontanarsi da casa. Poco dopo i militari lo rintracciano e lo arrestano per maltrattamenti, danneggiamento (per aver devastato una casa di campagna del padre) e lesioni secondo le direttive previste nel codice rosso.

Due giorni fa il giovane (difeso dall’avvocato Cristina Cherchi) è comparso in tribunale accompagnato dalla polizia penitenziaria per la conclusione del processo a suo carico. Il pubblico ministero Angelo Beccu aveva chiesto in una precedente udienza la condanna a cinque anni di carcere, il giudice Giuseppe Grotteria gli ha inflitto una pena di tre anni e tre mesi di reclusione.

L’imputato durante il dibattimento era stato sottoposto a perizia all’esito della quale era emerso che non fosse affetto da alcuna patologia psichiatrica, mentre il consulente della difesa aveva sostenuto che la sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti fosse “grandemente scemata”. «Non è stato tenuto conto di questo parere – ha detto l’avvocato Cherchi – leggerò le motivazioni e poi presenterò ricorso in appello».

Particolarmente gravi le minacce che il 37enne aveva rivolto soprattutto al padre reo, così era emerso dalle indagini come causa scatenante dell’ultima aggressione, di aver perso il cane del figlio. «Non mi avete mai visto cattivo – scriveva nei messaggi inviati alla madre – da adolescente prepotente ma cattivo mentre vi guardo e vi strozzo la gola non mi avete mai visto». Comprensibile il clima di terrore che si era creato in famiglia anche perché l’imputato non si mostrava intimorito nemmeno dai carabinieri: «Pensate di farmi paura con una pattuglia dei carabinieri? – scriveva sempre nei messaggi – ho detto che sono quattro pagliacci, li ho mandati via... vai digli che li chiami ancora (rivolto al padre ndr) che la prossima lo lascio a terra e non chiama più... Gli ho mangiato la guancia, la prossima volta me lo mangio tutto... Voi fuori di testa non mi avete mai visto, io vi buco, vi macello, vi taglio in mille pezzi, vi uccido davvero però...». Minacce gravi e maltrattamenti che gli sono valsi l’arresto e la condanna.

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