Thiesi ricorda i finanzieri Serra e Peralta, infoibati a Basovizza
THIESI. La comunità di Thiesi ha ricordato Andrea Serra e Giovanni Peralta mercoledì 10 febbraio, in occasione della “Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe”. I due finanzieri...
12 febbraio 2021
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THIESI. La comunità di Thiesi ha ricordato Andrea Serra e Giovanni Peralta mercoledì 10 febbraio, in occasione della “Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe”. I due finanzieri thiesini della caserma triestina di via Campo Marzio nel maggio del 1945 furono gettati nella foiba di Basovizza, una frazione di Trieste. A Serra e Peralta nel 2010 è stata intitolata la piazza di Thiesi tra le vie Marconi e Roma.
Nel settembre del ‘43, in Istria e in Dalmazia, dopo la sottoscrizione dell’armistizio i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono sui fascisti che, nell'intervallo tra le due guerre, avevano amministrato questi territori con durezza, imponendo un'italianizzazione forzata e reprimendo e osteggiando le popolazioni slave locali. Con il crollo del regime i fascisti e tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati e poi gettati nelle foibe. Morirono, si stima, circa un migliaio di persone. Le prime vittime di quella che sarebbe diventata una lunga scia di sangue. «Serra e Peralta – dice il sindaco Soletta – all'epoca dei fatti erano preposti alla vigilanza delle strutture sensibili dello Stato in quelle zone di confine. Di fronte al “rompete le righe” generale decisero in solitaria di rimanere nel posto nonostante l'avanzata della IX armata di Tito. Furono arrestati, deportati e infoibati. I loro nomi sono incisi nella lapide commemorativa a Basovizza, insieme ai 97 finanzieri della caserma di via Campo Marzio». (d.d.)
Nel settembre del ‘43, in Istria e in Dalmazia, dopo la sottoscrizione dell’armistizio i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono sui fascisti che, nell'intervallo tra le due guerre, avevano amministrato questi territori con durezza, imponendo un'italianizzazione forzata e reprimendo e osteggiando le popolazioni slave locali. Con il crollo del regime i fascisti e tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati e poi gettati nelle foibe. Morirono, si stima, circa un migliaio di persone. Le prime vittime di quella che sarebbe diventata una lunga scia di sangue. «Serra e Peralta – dice il sindaco Soletta – all'epoca dei fatti erano preposti alla vigilanza delle strutture sensibili dello Stato in quelle zone di confine. Di fronte al “rompete le righe” generale decisero in solitaria di rimanere nel posto nonostante l'avanzata della IX armata di Tito. Furono arrestati, deportati e infoibati. I loro nomi sono incisi nella lapide commemorativa a Basovizza, insieme ai 97 finanzieri della caserma di via Campo Marzio». (d.d.)
