La Nuova Sardegna

Sassari

Charter nautico, rotta verso i Parchi

Charter nautico, rotta verso i Parchi

Conoci (Confindustria): «Fondamentale vivere il mare in ottica ecosostenibile»

01 marzo 2021
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SASSARI. Un dato significativo arriva dall’analisi della la protezione delle Aree Marine produce un ritorno concreto, ogni euro investito ne genera almeno tre.

É una delle certezze che emerge dal secondo webinar curato da Confindustria Centro-nord Sardegna nell’ambito del progetto “Geb - Green & Blue Route Plan” finanziato dal Programma di Cooperazione Interreg Italia-Francia. L’obiettivo era quello di definire un'analisi accurata dei servizi da predisporre per il mercato del charter e dell’albergo nautico diffuso, individuando azioni sostenibili da proporre alle autorità competenti. Per la Sardegna le prospettive del settore sono i molto incoraggianti. Un’opportunità importante quindi per l’economia dell’Isola, in vista anche del superamento - si spera presto - dell’emergenza pandemica.

«Il nostro primo incontro è stato tra operatori privati, questo secondo invece tra privati ed enti pubblici, ovvero Parchi, Aree Marine Protette e autorità competenti», ha spiegato Giovanni Conoci, vicepresidente di Confindustria Centro Nord Sardegna e imprenditore del settore. «Occorre fare in modo che le imbarcazioni accedano alle Aree Marine Protette con una fruizione conservativa ma che permetta di vivere il mare, il tutto in un’ottica pienamente ecosostenibile».

Tra i punti di criticità emersi durante il webinar vi sono innanzitutto le carenze che riguardano la comunicazione sia verso le imprese sia nei confronti dell’utente finale: ogni Area Marina Protetta disciplina l’accesso di natanti, barche o navi, come ogni Regione ha le sue prerogative e i suoi regolamenti. A questo è legato il tema della formazione degli operatori e anche del cliente, per un efficace comportamento ecosostenibile. Infine, va stimolata la conoscenza delle tecnologie che portano azioni green sulle barche, anche attraverso certificazioni ambientali. Una delle sfide in corso è infatti quella di incentivare l’utilizzo di un tipo di propulsione maggiormente ecocompatibile, ibrida o full elettrica.

Interessante la situazione del Parco Nazionale dell’Asinara. «Il ministero dell’Ambiente, anche a causa del passato di isola-carcere – ha precisato Vittorio Gazale –, considera l’Area Marina Protetta una sorta di laboratorio. Attualmente sui suoi 11 mila ettari non è consentito l’ancoraggio: siamo precursori e all’avanguardia nella tutela della posidonia. Lavoriamo a un percorso legato all’elettrico del quale nei prossimi anni avremo un aumento rilevante nei trasporti interni».



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