La Nuova Sardegna

Sassari

Botte e insulti al marito una 48enne a processo

di Nadia Cossu
Botte e insulti al marito una 48enne a processo

Accusata di maltrattamenti e lesioni: un giorno lo ferì con un coltello alla schiena La donna avrebbe costretto l’uomo a vivere nello scantinato e a dormire in auto 

16 aprile 2021
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Costretto a dormire in auto e a vivere nello scantinato, picchiato e ferito con un coltello alla schiena e alla coscia. E poi offese del tipo: «Sei un figlio di put..., sei un ignorante pastore, perché tua madre ti ha partorito per terra».

Stavolta la vittima di maltrattamenti, vessazioni e aggressioni fisiche e verbali è un uomo. Un marito che ha fatto finire davanti al giudice Giulia Tronci la propria moglie accusata, oltre che di maltrattamenti in famiglia, anche di lesioni aggravate e di violenza privata.

Ieri mattina, davanti al giudice Giulia Tronci, sono state confermate alcune delle accuse contestate all’imputata, una 48enne (difesa dall’avvocato Letizia Doppiu Anfossi). A farlo sono state le cognate che, rispondendo alle domande del pubblico ministero, hanno raccontato alcuni episodi di violenza subiti dal loro fratello. Maltrattamenti che, in qualche occasione, si sarebbero verificati anche alla presenza della figlia minore della coppia.

I reati elencati nel decreto del gup che dispone il giudizio fanno riferimento a un periodo compreso tra il 2015 e il 2017 quando tra l’uomo, un 55enne di un paese del Sassarese, e la moglie ci sarebbero state continue liti e discussioni anche per motivi insignificanti. «Da giugno 2015 – scrive il pubblico ministero – l’imputata costringeva il coniuge a vivere nello scantinato-cucina dell’abitazione familiare e dal 21 marzo 2017 a dormire in auto». Sempre nello stesso anno lo avrebbe picchiato più volte «provocandogli un trauma contusivo al volto con ecchimosi sulla fronte». Dopo pochi giorni da questo episodio «aggrediva alle spalle il marito e lo colpiva ripetutamente con un’arma da taglio prima alla schiena e poi all’altezza della coscia, provocandogli una ferita giudicata guaribile in dieci giorni». Un’altra volta avrebbe «danneggiato gli abiti dell’uomo tagliandoli a pezzi». Circostanza confermata dalle testimoni di ieri – due sorelle della vittima – che hanno raccontato di un giorno in cui il loro fratello rientrò a casa con la maglietta rovinata e disse che era stata la moglie a tagliarla mentre erano in auto.

Le accuse di lesioni aggravate fanno invece riferimento alle ferite riportate quando la donna colpì il marito con un coltello tanto che fu costretto ad andare al pronto soccorso. E poi la volta in cui lo colpì al volto: anche in quell’occasione gli furono assegnati tre giorni di cure. La violenza privata si sarebbe invece consumata «perché con violenza e minaccia costringeva il coniuge a vivere nello scantinato e a dormire nella propria macchina». L’uomo è assistito dall’avvocato Damiano Pinna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative