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«Solo un pazzo può dare fuoco al Mar»
La project manager Paola Serrittu non crede che sia qualcuno della borgata
05 maggio 2021
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ARGENTIERA. «È l’edificio più emblematico e rappresentativo della borgata, solo un pazzo potrebbe decidere di distruggerlo con il fuoco».
Paola Serrittu, la project manager del Mar, il primo museo minerario a cielo aperto in realtà aumentata dell’isola, creato nel 2018 e inaugurato ufficialmente due estati fa, non riesce a immaginare che qualcuno possa aver volontariamente deciso di far partire le fiamme nella vecchia laveria dell’Argentiera. Eppure vigili del fuoco e carabinieri, anche dopo i sopralluoghi di ieri mattina, sono certi che non si tratti di un fatto accidentale. Qualcuno ha certamente trovato il modo di far partire le fiamme all’interno di una struttura in legno adiacente il museo al museo e di sparire senza essere visto da nessuno. L’allarme è stato dato poco prima delle 13.30 di lunedì, quando alcuni residenti del borgo hanno visto il fumo e le fiamme levarsi dalla zona dell’antica miniera, esattamente nell’area della “tramoggia” dove venivano sistemati i materiali prima di essere trasferiti in laveria. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato che il fuoco raggiungesse l’ex area produttiva abbandonata e immersa nella natura, ora trasformata dall’associazione LandWorks in un polo di attrazione per giovani e turisti e di sperimentazione per ricercatori, studenti e artisti.
«Non può essere stato qualcuno del posto - aggiunge Paola Serrittu - su questo ci metto io la mano sul fuoco. E neanche chi ha lavorato qui fino a pochi giorni fa e ora è stato dirottato su altri progetti. Non riesco proprio immaginare - conclude - chi possa aver fatto una cosa del genere a un bene così importante per la collettività». (l.f.)
Paola Serrittu, la project manager del Mar, il primo museo minerario a cielo aperto in realtà aumentata dell’isola, creato nel 2018 e inaugurato ufficialmente due estati fa, non riesce a immaginare che qualcuno possa aver volontariamente deciso di far partire le fiamme nella vecchia laveria dell’Argentiera. Eppure vigili del fuoco e carabinieri, anche dopo i sopralluoghi di ieri mattina, sono certi che non si tratti di un fatto accidentale. Qualcuno ha certamente trovato il modo di far partire le fiamme all’interno di una struttura in legno adiacente il museo al museo e di sparire senza essere visto da nessuno. L’allarme è stato dato poco prima delle 13.30 di lunedì, quando alcuni residenti del borgo hanno visto il fumo e le fiamme levarsi dalla zona dell’antica miniera, esattamente nell’area della “tramoggia” dove venivano sistemati i materiali prima di essere trasferiti in laveria. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato che il fuoco raggiungesse l’ex area produttiva abbandonata e immersa nella natura, ora trasformata dall’associazione LandWorks in un polo di attrazione per giovani e turisti e di sperimentazione per ricercatori, studenti e artisti.
«Non può essere stato qualcuno del posto - aggiunge Paola Serrittu - su questo ci metto io la mano sul fuoco. E neanche chi ha lavorato qui fino a pochi giorni fa e ora è stato dirottato su altri progetti. Non riesco proprio immaginare - conclude - chi possa aver fatto una cosa del genere a un bene così importante per la collettività». (l.f.)